Oggi i ministri dei Paesi membri della Ue che si occupano delle problematiche legate all'energia si sono riuniti a Bruxelles per decidere... di non decidere.

Così, la proposta di indicare un tetto al prezzo che l'Europa paga per il gas russo non ha ricevuto un ampio sostegno da parte di tutti i ministri, secondo quanto è stato riferito alla Reuters in via riservata.

In via ufficiale, invece, il mancato accordo è stato rivenduto in questi termini da Jozef Síkela, ministro ceco dell'industria e del commercio:

"Oggi siamo riusciti a concordare una direzione comune per misure di emergenza temporanee e ad affidare alla Commissione il compito chiaro di presentare una proposta solida e tangibile nel giro di pochi giorni. Faremo tutto il necessario per aiutare i nostri cittadini e le aziende che devono far fronte ai prezzi elevati dell'energia".

In un comunicato, il Consiglio europeo spiega che durante la prima discussione i ministri hanno espresso le loro preferenze su diverse opzioni politiche per alleviare l'onere dei prezzi elevati dell'energia per i cittadini, i servizi pubblici, le imprese e l'industria, che potrebbero essere attuati a livello di UE in un breve lasso di tempo.La discussione si è basata su una nota della presidenza che evidenziava diverse opzioni per azioni a breve termine che potrebbero portare sollievo alla situazione energetica. La Commissione ha inoltre presentato alle delegazioni documenti informali fornendo una valutazione preliminare delle opzioni per le misure di emergenza per tenere sotto controllo l'impennata dei prezzi dell'elettricità e del gas.Sono state individuate quattro aree principali in cui gli Stati membri si aspettano che la Commissione agisca. Queste includono la limitazione dei ricavi dei produttori di elettricità che devono far fronte a bassi costi di produzione; un possibile price cap sul gas; misure per una riduzione coordinata della domanda di elettricità in tutta l'UE; misure che aiuterebbero a risolvere il problema della diminuzione della liquidità.I ministri hanno chiesto un'azione rapida e la presidenza ha espresso la propria determinazione a gestire le prossime proposte della Commissione in modo veloce.I ministri hanno poi presentato lo stato di avanzamento di quanto fatto finora per preparare i loro paesi al prossimo inverno. Gli stati membri dell'UE hanno svolto diverse azioni sia a livello nazionale che comunitario. In particolare hanno adottato un regolamento per riempire i depositi di gas e condividerli in uno spirito di solidarietà, diversificare le fonti di approvvigionamento e impegnarsi a ridurre la domanda di gas del 15% a partire da metà dicembre. Nonostante i recenti sviluppi, e in particolare il taglio dei flussi di gas russi attraverso Nordstream I, l'Europa è pronta per questo inverno. Le riserve di gas sono state riempite dell'82,5% della loro capacità, ben prima della scadenza del 1 novembre indicata dalla Commissione.

Nel tradurre in italiano il risultato della riunione di venerdì mattina, i ministri Ue si sono ricordati a vicenda ciò che Putin ha detto qualche giorno fa sulla possibilità che l'Europa possa fissare un tetto al prezzo del gas fornito dalla Russia: fatelo, ma io smetterò di fornirlo.

Quindi i "sanzionatori" dell'invasore Putin, con la coda tra le gambe, hanno fatto ordinatamente marcia indietro, accordandosi però su una serie di scuse da distribuire ai media per evitare di cercare di nascondere l'ennesima figuraccia dell'Europa.

Ma non ci sono riusciti, sia perché era una missione impossibile, sia perché fare figuracce per i Paesi dell'Ue è una specie di necessità, forse persino una vocazione.

Ed è per questo che il Consiglio europeo oggi ha comunicato di aver sospeso l'accordo tra l'UE e la Russia per facilitare il rilascio dei visti. Di conseguenza, ai cittadini russi si applicheranno le disposizioni generali del codice dei visti.

Ciò comporterà un aumento dei diritti per le domande di visto da 35 a 80 euro, la necessità di presentare documenti giustificativi supplementari, un aumento dei tempi di rilascio dei visti e norme più restrittive per il rilascio dei visti per ingressi multipli.

Anche in questo caso si tratta di una mezza misura. Zelensky aveva chiesto il blocco totale dell'ingresso dei russi nell'Unione europea. Con quanto è stato comunicato quest'oggi, l'Ue ha scelto invece un provvedimento che al massimo allungherà di qualche giorno il rilascio di un visto per il quale sarà chiesto un costo più alto, ma non proibitivo.

Stavolta, però, Putin non c'entra. Il presidente russo aveva detto che in caso di blocco dei visti ai cittadini russi non ci sarebbe stata una decisione altrettanto restrittiva da parte di Mosca.

La decisione Ue, pertanto, è stata presa per dare un contentino al presidente ucraino, visto che alcuni Pesi - come la Germania - si erano opposti al divieto totale di ingresso di tutti i cittadini russi in Europa.