Informazione, disinformazione, controinformazione e… poteri a confronto
Tale fenomeno è legato all’alfabetizzazione della popolazione che ha permesso la diffusione dei quotidiani come strumento di divulgazione dell’informazione a livello nazionale.
Gradualmente alla carta stampata si sono affiancati nuovi mezzi d’informazione che hanno concentrato un grande potere per la loro capacità di penetrazione nella popolazione, per questo in America è tassativamente vietato ai detentori delle testate giornalistiche, televisive ed affini di intraprendere la carriera politica perché possono minare la libertà di scelta dei cittadini influenzandoli attraverso un’informazione sapientemente manipolata.
Che una corretta informazione abbia sempre fatto e faccia tutt’ora paura al potere e soprattutto a quello “sporco” non vi è dubbio basta ricordare quanti giullari sono stati bruciati vivi nelle pubbliche piazze.
Questi erano i frequentatori abituali delle corti dove venivano invitati per dilettare con canti e scenette gli illustri ospiti ma, allo stesso tempo, avevano buone orecchie per ascoltare le conversazioni, i pettegolezzi, gli intrighi o le dispute che avvenivano in quell’ambiente per poi riportarli, cantando, alla povera gente che frequentava le pubbliche piazze: quei personaggi così pittoreschi sono stati i prototipi dei moderni giornalisti e spesso finivano male come è successo a tanti professionisti che si sono occupati di inchieste scomode.
Ma tutto ciò che è umano prima o poi subisce delle deviazioni infatti a parere della ricercatrice Claire Wardle tale deviazione si può suddividere in:
“Dis-information: è una tipologia di informazione di stampo volutamente fittizio, che ha come scopo il trarre in inganno singoli individui, organizzazioni collettive o intere comunità.
Mis-information: è una variante informativa priva di attinenza al reale, diramata senza lo scopo intrinseco di rendere virale un contenuto falso.
Mal-information: consiste nella circolazione di informazioni basate su fatti realmente accaduti, ma strumentalizzati ad hoc al fine di recare danno a persone, istituzioni o intere comunità.”
Gli elementi che distinguono i tre tipi di disinformazione sono sottilmente articolati.
Sono state individuate sette modalità per disinformare:
1) - Collegamento ingannevole: si verifica quando il contenuto differisce dal titolo o dalle immagini.
2) - Contesto ingannevole: consiste in una situazione comunicativa in cui vi è la presenza di informazioni vere poste all'interno di un contesto falso.
3) - Contenuto manipolato: è un articolo che risulta essere reale ma viene manipolato per trarre in inganno.
4) - Manipolazione della satira: quando il contenuto satirico viene inconsapevolmente utilizzato per trarre in inganno.
5) - Contenuto fuorviante: avviene nel momento in cui l’informazione reale viene utilizzata a scopo ingannevole per inquadrare un problema.
6) - Contenuto ingannatore: è un tipo di informazione falsa che viene pubblicata da una fonte attendibile.
7) - Contenuto falso al 100%: quando l'informazione è un costrutto concepito artificialmente a fini persuasivi.
In base a risultanze di studi effettuati da specialisti della Scienza dell’informazione emergono le strategie che si nascondono dietro le campagne di disinformazione che si attuano nei seguenti modi, testualmente:
“Diffondere false notizie all'interno di un costrutto teorico logicamente coerente.
Orientare per un proprio tornaconto l'opinione pubblica su fatti realmente accaduti attraverso errate interpretazioni o uso di bias distorsivi (modifica, intenzionale o non intenzionale dell'analisi e della valutazione dei dati, in grado di incidere sui risultati).
Strumentalizzare un evento a proprio favore, sminuendone il valore effettivo o ampliandone la portata.
Mescolare verità e menzogna al fine di rendere più difficile una visione d'insieme coerente con la realtà dei fatti.
Negare insistentemente l'evidenza per indurre il manipolato al dubbio e all'incredulità fino al rigetto della tesi iniziale.
Cancellare, modificare o falsificare materialmente le fonti o le prove (definita da Chomsky “ingegneria storica”).
Saturare gli spazi informativi con materiale di minore o nulla importanza rispetto al resto. Più in generale, il quotidiano utilizzo dei media e la continua somministrazione di notizie sta determinando un Sovraccarico Informativo, che rende difficile la verifica dell'attendibilità delle fonti. Sarebbe infatti opportuno moderare i contenuti non in lingua inglese, prestare attenzione alla forma del messaggio, fornire metadati ai partners fidati, costruire strumenti per verificare i fatti.
Ad esempio, nello spionaggio o intelligence militare, la disinformazione consiste nel diffondere informazioni false per indurre in errore il nemico rispetto alla propria posizione o strategia: si ricorre alla diffusione di notizie infondate o premeditatamente distorte al fine di danneggiare l’immagine pubblica di un avversario e/o di influenzare le scelte dell'opinione pubblica stessa.
In politica, la disinformazione si manifesta spesso nel tentativo di sviare i sostenitori del proprio avversario o oppositore diffondendo false dichiarazioni o insinuazioni sulla vita personale di questi ultimi, ad esempio nel corso di campagne politico-elettorali oppure, in generale, tirando acqua al proprio mulino con altrettante falsità o alterazioni della realtà dei fatti. Esempi tipici sono le forme di negazionismo che negano l'evidenza al fine di alimentare dubbio e incredulità nel manipolato fino al rigetto della tesi iniziale.
In altri casi la disinformazione si manifesta semplicemente violando le norme basilari dell'informazione oggettiva: ciò può avvenire non riportando notizie e fatti ritenuti sconvenienti ed inopportuni per la propria causa, oppure conferendo loro importanza minore rispetto al dovuto negli appositi spazi informativi.
In tale ambito la disinformazione è spesso sfruttata nelle attività di propaganda, assieme al populismo e alla demagogia, comunemente usate dai regimi politici antidemocratici per mantenere il più possibile il controllo sociale sulle masse garantendo al contempo la sopravvivenza stessa del regime contro eventuali oppositori, critiche e rivolte dal basso.
La disinformazione può prevedere la distribuzione di documenti falsi, manoscritti e fotografie, o la diffusione di voci maliziose e dossier creati appositamente. Simili espedienti vengono utilizzati anche nella competizione commerciale per indebolire la posizione di un concorrente, e perfino a livello governativo per tenere segrete verità altrimenti compromettenti, difficili da gestire, o con un forte impatto sull'opinione pubblica.
Tecniche di disinformazione vengono usate comunemente anche nell'ambito del commercio e della vendita (marketing) di prodotti da parte di aziende e relativi venditori, anche nella forma di pubblicità ingannevole.
Secondo un sondaggio condotto dalla BBC quasi 8 persone su 10 temono di imbattersi in false notizie, soprattutto in Europa e Nord America. In particolare, la disinformazione preoccupa il 79% degli utenti online. Il sondaggio prende in esame un campione di 16000 adulti: in Germania il 51% degli intervistati sembra non essere preoccupata del tema, mentre i più preoccupati sono i brasiliani, con una percentuale pari al 92%. La maggior parte degli intervistati, tuttavia, è contraria all'idea di una regolamentazione governativa di internet. “
Questa mattina ho fatto la “giullare”: ho letto e riportato le parti di relazioni riguardanti la disinformazione a mio avviso più significative e utili per tutti quei lettori – me compresa - che per mancanza di tempo e per altre valide ragioni leggono le notizie con un po’ di disattenzione e per questo sfugge loro quel veleno sparso sapientemente tra le righe.
Considero la sana informazione la linfa vitale che alimenta e sviluppa la coscienza civile dei cittadini che è l’unico strumento per difendere i valori della vita, della democrazia, la libertà e la dignità personale e collettiva.
Questi occulti sistemi di manipolazione uccidono la verità e senza di essa non vi è giustizia, né pace sociale, né uno sviluppo economico umanamente accettabile.
Un’attenta lettura critica e un ascolto vigile possono salvare dalla rovina personale e collettiva.