Beppe posta un "sonetto" a favore della Raggi e di Roma: un tempo sarebbero stati applausi, oggi gli attivisti delusi lo ignorano e dicono vaf...
Siamo abituati da tempo alle uscite "grillesche" che un tempo riuscivano ad infiammare i cuori e a raggiungere l'anima di coloro che volevano il "cambiamento". Oggi, però, suonano a molti come cose campate in aria, parte di uno show oramai vecchio e già visto e, oltretutto, anacronistico.
Spingere il Movimento Cinque Stelle verso il Pd, continuare a dire che il Movimento è fatto di "diversi", gente che restituisce lo stipendio e bla bla bla, non incanta più nessuno, specie i vecchi attivisti, quelli della prima ora, tanto che adesso a commento dei post pentastellati sui social sono in molti ascrivere "non vi voteremo più non siete credibili".
E qual è l'ultima uscita di Grillo? Un testo pro Virginia Raggi da lui erroneamente definito "sonetto" (che in realtà è però una composizione metrica composta di 14 versi (quasi sempre endecasillabi nella letteratura italiana), distribuiti in 2 quartine e 2 terzine, con rime disposte secondo precisi schemi) di tal Franco Ferrari.
Ecco la "composizione" pubblicata da sul blog di Grillo :
A Virgì, pijia na valigia, tu fijio, tu marito, famme un fischio, che se n’annamo via da sta gente de fogna. Lassa perde. Nun te spormonà, sta a fa un bucio de culo, puro senza rubbà, e , chi te critica quà, chi te critica là, chi c’ha er pupo sur fòco, e, jielo devi da tojie, e n’artra che se lamenta che nun je risponni, che nun la vai a sentì, che c’ha puro lei quarche cosa da lamentasse. E che cavolo! Se chiama Virginia, mica è la Madonna der Divino Amore! Quella, dice , che fà li miracoli.Sò de Roma, e sò settant’anni che ce vivo, e, ogni quarvorta che vinceva un sindaco, me mettevo de buzzo bòno a vedè quello che faceva. A Roma se dice che: li cavalli se vedeno all’arivo! E io li ho sempre giudicati alla fine de la corsa. Voi no, cari romani, voi dovete da rompe er ca’… sempre. Nun è da oggi. Sò circa tremila anni che rompete li cojoni, ma nun fate mai gnente pé dà na mano, anzi, giù botte!Oggi, per esempio, sta pòra donna, era contenta d’avè messo la luce che nun c’era da quarant’anni, a na via a Torre Angela. Me direte, ma era na via de borgata, quarant’anni fa era tutto abusivo! E certo, era abusivo, come si fasse na casa abusiva fosse un diritto, e, che , dar momento che sò state sanate dar condono del 1987, aricordatevelo, voi che rompete er ca’…, 1987. Nisuno, e dico nisuno, c’aveva messo mano, pé mette la luce, li lampioni. Dice. Ma che te vanti? Sò solo quattro lampioni. Intanto sò de ppiù, ma, si pure fussero due, ereno quarant’anni, quasi, che aveveno condonato. Quindi annate a rompe er ca’… da n’artra parte.Me fa piacere che nun sbomballate le gonadi cô le buche, puro si nun s’è finito de rifà tutte le vie de Roma. Ma come se dice, ogni vorta che dovete da fà un lavoro? Roma mica s’è fatta in un giorno. E voi, pretennete che sta pòra crista, che deve da combatte a mafia romana, e famijie Casamonica, casapound, forza nòva, li cazzari, sò due, e carciofare, Cartagirone co li giornali, Angelucci cò le cliniche, er Pd, a Lega, li fascisti, li zingari, li ladri, li corrotti che staveno dentr’ar comune, li corrotti dell’Atac, le perdite dell’acqua, li abusivi ne le case comunali, li politici che l’occupaveno, embè.Si io me sò stancato a scrive tutto, e nun ho finito, quello che ha fatto sta pòra crista in quattro anni, senza sprecà na lira, ma come se deve da sentì lei che ste cose l’ha fatte? E jianno rotto, dandoje fòco, ai Tmb der Salario, a quello de Rocca Cencia, jianno dato fòco a 1200 cassonetti de la monnezza, hanno tolto e marmitte a tutte le auto der servizio giardini, stanno a mette li chiodi nelle spiagge che ha fatto sequestrare a li delinquenti de Ostia, stanno a rompe li cessi pé li disabili. E voi che ca… fate? A criticate? Ma annate a fancina!Invece de curavve la città vostra, fate er tifo pe li ladri, li delinquenti, proprio quelli che v’hanno fatto vive dentro a la monnezza, oppuro ve credete che er nome der monnezza de Thomas Milian, è un nome de fantasia? C’era la monnezza, eravamo noi che la producevamo, e nun c’è gnente da fà, si potemo buttà per tera na cosa, noi ce la buttamo, si potemo mette un divano, verso e tre de notte, vicino ar cassonetto, noi, ce lo mettemo. Vòi mette er culo che c’è da fa, a chiamà l’Ama che te lo viè a prenne, a gratis, a casa?Ve meritate Carraro, Signorello, Darida, Veltroni, Rutelli, Alemanno ! Marino. Da che sò vivo e capiente, solo Petroselli era ben visto da tutti, ma, er Signore se lo prese de corsa, forse voleva mette a posto er paradiso. Tutto er resto, monnezza su monnezza, de persone, o de opere, e li buffi c’hanno invaso la città.L’anima de li mejo morta… vostra, si nun ve spicciate a sostenè sta pòra ragazza, armeno, senza metteje li bastoni fra le ròte, cari romani, ve devo da di che sète proprio infami. E si, perché nun ve basta che ve compra l’autobusse co l’aria fredda e calla, nun ve basta che ve rifà tutte e strade, nun ve sta bene che ve regala er mare libero, aricordateve quanno pe annà su la spiaggia dovevate da pagà l’ingresso, sveja! Era tutta mafia, ve stava bene? No. Perché sentivo tutti che se lamentaveno, e, nun c’era un buco dove potè annà ar mare.Pé questo ve dico che l’onesti dovrebbero pijà e valige, e, annassene, abbandonà sta città bella e zoccola. Si vincheno li vecchi partiti, sète fottuti. Nun se farà più gnente, e, si se farà quarcosa sarà pé volere de la magistratura. Ma voi, godete a sputà in faccia a na sindaca pulita, e testarda, una che le cose le fa. Pensatece , c’avete undici mesi de tempo, pé pensacce bene.O volete Roma, o sète morti, che Roma, quell’artri, se la magneno.
Caro Grillo, purtroppo i miracoli che tu e i vari "terminali di rete" avevate promesso, a partire dall'aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno non si sono manifestati. Forse è stato aperto al contrario e l'olio è caduto, chissà...
Ed il fallimentno delle tante promesse è la dimostrazione dei tanti addii al Movimento anche da parte di molti parlamentari storici , di tanti e troppi attivisti storici e di sicura fede... non tanto dei poltronisti che si vendono per un seggio sicuro alla prossima legislatura. Non serve raccontare e fare raccontare che chi abbandona lo fa per prendersi tutto lo stipendio ecc ecc ecc , questo andava bene ai tempi della diciassettesima legislatura , quando tante cose non erano chiare a tutti.
Quelli che restano non sono forse coloro che abituati a dire " signorsì " non rappresentano il nocciolo duro , ma l'amore per le poltrone? Molti e forse tanti non dimentichiamolo nel 2013 giunsero a Roma da " uomini reddito zero o quasi "...oggi sono completamente una cosa diversa... gente con stipendi a più zeri e privilegi mai pensati prima, altro che " terminali di rete ".
Non tutti sono traditori, anzi... molti , troppi, sono stati invece traditi.
Molti conoscono quanti amici della prima ora , futuri papabili, candidabili e avversari sono stati allontanati ...caro movimento c'era davvero bisogno di attingere a gente della società civile? A gente non di fede e storia M5s? Davvero sui territori non esistevano gente capace di stare a Roma e addirittura governare?
C'è da meditare molto specialmente chi conosce davvero tutta la storia.