Matteo Salvini, il perdente più di successo di moda oggi in Italia, ha annunciato le date del suo prossimo tour che porterà in giro per il Paese, da nord a sud, fino alla fine di marzo. 

Inutile dire che stile e contenuti saranno sempre gli stessi con Salvini, supportato dall'angelo custode del buon Dio ed ispirato dal cuore immacolato d Maria, ad interpretare la parte della vittima esempio di bontà mentre, al tempo stesso, incita i suoi adepti alla contrapposizione e all'odio nei confronti di coloro che, di volta in volta, identifica come nemici, falsificando la realtà oppure mistificandola, in base alla convenienza del momento.

Ultimo esempio la seguente dichiarazione pro Brexit del 1 febbraio:

"Smentiti tutti i profeti di sventura che avevano previsto catastrofi economiche, il popolo britannico ha dimostrato orgoglio, coraggio e visione, i suoi politici hanno rispettato la volontà dei cittadini: una lezione di Democrazia a chi invece, ad esempio in Italia, della volontà popolare se ne frega.Io lavoro per cambiare questa Europa da dentro, perché l’Italia torni ad essere protagonista".

Queste parole pronunciate da Salvini possono essere interpretate solo in due modi: o l'ex ministro è talmente disinformato da non sapere che gli effetti economici della Brexit potranno vedersi solo a partire dal 2021, perché in Gran Bretagna finora non è cambiato nulla e nulla cambierà fino alla fine del 2020 nei rapporti con l'Ue; oppure è consapevolmente bugiardo perché è convinto che chi gli presta ascolto sia così impreparato e disinformato tanto da potergli far credere qualunque cosa.

Ma in base ai retroscena riferiti dal Corriere, non tutti nella Lega, al di là delle dichiarazioni in pubblico, sembrano disposti a continuare a far finta di apprezzare le dichiarazioni e le scelte del "capitano" - dalla crisi di governo fino alla campagna elettorale in Emilia Romagna - a partire da Giorgetti. 

Prime crepe nel partito? Potrebbero però non essere le uniche per Salvini, perché con le regionali in Puglia, Campania e Toscana, il centrodestra stavolta non sembra aver trovato l'accordo sui nomi dei candidati alla carica di presidente. L'avanzare dei consensi di Fratelli d'Italia e l'insuccesso della Borgonzoni in Emilia Romagna non aiuteranno Matteo Salvini.

La regola, sia in politica che nello sport, è sempre quella: se vieni indicato come favorito e poi perdi, tutto quello che veniva descritto come fabbricato con l'oro si scopre invece esser fatto di ottone. E se ad una sconfitta se ne aggiunge un'altra, l'ottone diventa poi comunissimo rame.

Salvini è un politico di successo, ma finora perdente in tutte le partite da lui stesso indicate come determinanti. Se anche alle prossime regionali il "suo" candidato non dovesse affermarsi - qualunque sia la regione in cui verrà presentato - l'ex ministro dovrà seriamente guardarsi le spalle... sia dai suoi stessi alleati, che dai suoi compagni di partito, anche se forse nel suo caso si dovrebbe dire camerati.