Le truppe irachene guidate dal generale Haider Fadhil sono ormai all'interno della periferia est di Mosul. La fase più cruenta della battaglia per la conquista della città, con il supporto aereo fornito dalla coalizione che protegge l'avanzata sul terreneto di iracheni e curdi, sta per avere inizio.

Nel caso in cui i combattenti dell'Isis venissero sconfitti e cacciati dalla città, non è detto però che per il nord dell'Iraq sia l'inizio pe sperare in un prossimo periodo di pace.

Infatti, all'avanzata dell'esercito iracheno all'interno di Mosul, i turchi hanno risposto con il dispiegamento di carri armati lungo il proprio confine, pronti ad entrare in Iraq con la motivazione di proteggere i sunniti.

Il premier iracheno al-Abadi non ha accolto la notizia nel migliore dei modi e, interevenendo in tv, ha minacciato Ankara affermando che l'ingresso delle loro truppe nel paese equivarrebbe ad una dichiarazione di guerra a cui l'Iraq è pronto a rispondere.

Se mai dovesse prendere corpo un'ipotesi simile, il caos di alleanze e contro alleanze che caratterizza la Siria si materializzerebbe di colpo, prepotentemente, anche nel nord dell'Iraq con conseguenze ancor più indefinibili sul piano internazionale, peggiorando ulteriormente il già pessimo stato di rapporti tra Russia e Stati Uniti.