Silvio Garattini: il vino, un potenziale fattore cancerogeno, e il ministro che ignora la verità scientifica

Il dibattito sull'alcol e i suoi effetti sulla salute umana ha acquisito una nuova dimensione grazie alle recenti dichiarazioni del professor Silvio Garattini, un'autorità nel campo della farmacologia e fondatore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri". In un intervento pubblicato sul "Fatto Quotidiano", Garattini ha messo in luce i rischi associati al consumo di alcol, in particolare quello contenuto nel vino, un prodotto di grande rilevanza culturale ed economica per l'Italia.
Il settore vitivinicolo italiano produce annualmente circa 4,1 miliardi di litri di vino, equivalenti a circa 492 milioni di litri di alcol etilico. L'alcol etilico, noto anche come etanolo, è una sostanza psicoattiva che, sebbene possa avere effetti sociali e relazionali positivi quando consumato con moderazione, presenta effetti deleteri sul corpo umano in caso di assunzione eccessiva.
Una volta introdotto nell'organismo, l'alcol viene rapidamente assorbito attraverso il tratto gastrointestinale e distribuito nel sistema circolatorio. Il fegato, l'organo principale responsabile del suo metabolismo, trasforma l’etanolo in acetaldeide, un composto tossico e cancerogeno. L'acetaldeide è stata classificata come agente cancerogeno di gruppo 1 dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), il che significa che esistono prove sufficienti per affermare che provoca cancro negli esseri umani.
L'esposizione cronica all'acetaldeide è associata a un incremento nel rischio di sviluppare vari tipi di tumori, tra cui quelli del cavo orale, della faringe, dell'esofago, del fegato e del seno. Tuttavia, gli effetti nocivi dell'alcol non si limitano alla cancerogenicità. Il consumo regolare di alcol è correlato a una serie di patologie gravi, tra cui malattie cardiovascolari, epatopatie, pancreatiti e disturbi neurologici.
Il professor Garattini ha evidenziato che l'alcol può alterare la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo, aumentando il rischio di infarti e ictus. Inoltre, contribuisce all'insorgenza di steatosi epatica, nota come fegato grasso, e cirrosi, condizioni che compromettono la funzionalità del fegato. Gli effetti a lungo termine sul sistema nervoso centrale possono manifestarsi in disturbi cognitivi, problemi di memoria e dipendenza, una condizione complessa caratterizzata dalla compulsione a cercare e consumare alcol nonostante le conseguenze negative.
Per tutelare la salute pubblica, Garattini ha suggerito di adottare misure di trasparenza riguardo ai rischi associati al consumo di alcol. Ha proposto che le etichette delle bottiglie di vino riportino avvertenze simili a quelle già adottate in Nuova Zelanda, dove è comune avvisare il consumatore che "questo prodotto è dannoso per la salute". Tale iniziativa rappresenterebbe un passo significativo verso una maggiore responsabilità dei produttori e una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori.
Contrariamente a tali raccomandazioni, Garattini ha criticato le affermazioni del ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, il quale ha negato l'evidenza scientifica riguardante la cancerogenicità dell'alcol. Il ministro ha parlato di una presunta "criminalizzazione" del vino, invitando a superare le "follie ideologiche" attraverso il supporto della scienza. Questa posizione, secondo Garattini, è imbarazzante e contrasta con le evidenze scientifiche consolidate.
In aggiunta, il professor Garattini ha sottolineato l'importanza della prevenzione nella salute pubblica. Ha affermato che il segreto per mantenere un buon stato di salute non risiede nell'assunzione di farmaci, ma nella prevenzione delle malattie. Utilizzando un adagio noto, ha dichiarato che "è meglio prevenire che curare". Molte malattie, ha spiegato, sono evitabili se affrontate precocemente, eppure spesso ci si limita a curarle quando è già troppo tardi.
Per promuovere una cultura della prevenzione, Garattini ha esortato a un cambiamento paradigmatico nel sistema sanitario, attualmente più orientato alla cura che alla prevenzione. Un approccio che privilegia la prevenzione non solo contribuirebbe a ridurre l'incidenza delle malattie, ma allevierebbe anche il carico sul Servizio Sanitario Nazionale, favorendo un utilizzo più efficiente delle risorse.
In conclusione, il messaggio del professor Garattini è chiaro: la salute pubblica deve essere al centro delle politiche governative e una maggiore consapevolezza riguardo ai rischi legati al consumo di alcol è fondamentale per proteggere la popolazione. La scienza deve guidare le scelte politiche e l'informazione corretta deve raggiungere i cittadini, affinché possano prendere decisioni consapevoli riguardo alla loro salute.