Nell'ultimo (consueto) messaggio alla nazione, Zelensky aveva tracciato le basi del suo intervento odierno (in remoto) al G7.

Il presidente ucraino aveva parlato di missili, quelli che nelle ore precedenti hanno colpito Kiev, un palazzo e i civili di un quartiere della capitale perché per la Russia tutto, in Ucraina, è "ugualmente ostile: donne, bambini, asili nido, condomini, ospedali, ferrovie".

"I missili - ha proseguito Zelensky - hanno colpito anche la regione di Mykolaiv, la regione di Chernihiv, Odessa, Cherkasy. Artiglieria e colpi di mortaio non si sono fermati nella regione di Kharkiv, nella regione di Sumy, nel Donbass, così come nel sud del nostro stato"."Parte dei missili sono stati abbattuti. Ma solo una parte. Abbiamo bisogno di una potente difesa aerea: moderna, pienamente efficace. Che può garantire una protezione completa contro questi missili. Ne parliamo ogni giorno con i nostri partner. Ci sono già degli accordi. E i partner devono muoversi più velocemente se sono davvero partner e non osservatori.Ritardi nel trasferimento di armi al nostro Stato, eventuali restrizioni sono in realtà un invito per la Russia a colpire ancora e ancora. Gli occupanti - questi terroristi - devono essere colpiti con tutte le nostre forze in modo che non pensino di poter fare pressione e battere qualcuno.Di cosa parlano questi missili oggi? E di cosa trattano i 62 missili di ieri - per un solo sabato, per 24 ore -? Riguardano il metodo russo: intensificare ogni volta che si verificano eventi internazionali. E allo stesso tempo riguardano la determinazione. Riguardo, ad esempio, al fatto che i leader del G7, riuniti oggi in Germania per un vertice, hanno un potenziale comune sufficiente per fermare l'aggressione russa contro l'Ucraina e contro l'Europa nel suo insieme. È possibile.Ma questo è possibile solo se otteniamo tutto ciò che chiediamo e appena ne abbiamo bisogno: armi, sostegno finanziario e sanzioni contro la Russia. Non può essere altrimenti in questa guerra. Perché è qui - nel cielo di Kiev, nel mare vicino a Odessa, nella terra della regione di Kharkiv, nel Donbas, nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia - che si decide come sarà la vita in Europa nel futuro. Qui, in Ucraina e da nessun'altra parte".

Per questo Zelensky, oggi, rivolgendosi ai leader del G7 che dalla Germania lo osservavano attraverso un monitor ha chiesto, oltre a nuove sanzioni per la Russia e aiuto per le esportazioni di grano e per la ricostruzione del Paese, anche ulteriori sistemi di difesa antiaerea. Il presidente ucraino ha detto inoltre che vuole che la guerra in Ucraina finisca prima dell'arrivo dell'inverno perché le condizioni climatiche renderebbero più difficile la controffensiva per l'esercito di Kiev.

 Secondo la CNN, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, starebbe per annunciare l'acquisto di un avanzato sistema di difesa missilistica terra-aria da consegnare all'Ucraina già questa settimana, il NASAMS, che può colpire obiettivi a oltre 170 km di distanza.


Sul fronte militare, nell'est del Paese - da nord a sud - i russi continuano a bombardare qualunque obiettivo, ma è sempre il totale controllo dell'oblast di Luhansk ciò a cui mirano e su cui concentrano i maggiori sforzi del proprio esercito. Per questo, adesso, le truppe russe stanno cercando di chiudere in un assedio anche Lysychansk, l'ultima grande città ancora detenuta dalle truppe ucraine nell'oblast di Luhansk, che continua ad essere sottoposta ad incessanti bombardamenti così come lo era stata in precedenza la città gemella di Severodonetsk.

Ma mentre Mosca cerca di occupare il Donbass, l'esercito ucraino ottiene successi nel sud sia, nell'oblast di Mykolaiv che in quello di Kherson dove nelle scorse ore sono stati distrutti non solo mezzi militari, ma anche depositi di armi. Inoltre, per la seconda volta in una settimana, nel Mar Nero sono stati colpiti gli impianti di perforazione petrolifera dell'ucraina Chornomornaftogaz, in mano alla Russia dopo l'annessione della Crimea nel 2014.

Sul fronte delle perdite russe dal 24 febbraio, secondo fonti di Kiev, l'ultimo bollettino riporta 35.000 soldati, 1.552 carri armati, 3.687 veicoli corazzati da combattimento, 771 pezzi di artiglieria, 243 sistemi di lancio multiplo di razzi, 9.139 missili terra-aria, 184 elicotteri, 217 aerei, 636 droni e 14 imbarcazioni.


Mentre al G7 si studiano i contenuti di un nuovo pacchetto di sanzioni, la Russia è ufficialmente in default per non aver potuto pagare in dollari, come da contratto, gli interessi in scadenza di un esiguo numero di titoli del suo debito pubblico. Un default dovuto alle sanzioni, ma non al fatto che la Russia non abbia i soldi per pagare gli interessi. Così, per paradosso, nelle ultime ore, il rublo si è ulteriormente rafforzato nei confronti di dollaro e euro, tanto da valere molto di più di quanto non valesse prima della guerra.

Secondo quanto riferito alla Tass dal primo vicepresidente del comitato per il bilancio e i mercati finanziari del Consiglio della Federazione, Sergey Ryabukhin, il default non influenzerà affatto lo stato dell'economia russa:

"L'Occidente - ha detto - ci ha rubato 300 miliardi di dollari come dichiarato dagli Stati Uniti. Questo è un saccheggio; uno Stato ha derubato un altro Stato con il tacito consenso dell'occidente. Adesso suggeriamo pagamenti in rubli o creiamo uno strumento offerto da un indice rappresentato da più valute che renda possibile effettuare transazioni nelle operazioni di commercio estero e sul mercato azionario con l'uso di monete di altri stati, attualmente India, Cina, Vietnam, Argentina e Brasile".

E che dire poi della Turchia, con il portavoce di Erdogan, Ibrahim Kalin, che in una intervista al canale televisivo Haberturk ha confermato che il suo Paese non si unirà alle sanzioni anti-russe dell'occidente: "Stiamo conducendo una politica equilibrata nei confronti della Russia. … Non stiamo imponendo sanzioni e non ci uniamo a chi le ha imposte. Dobbiamo rispettare i nostri interessi. Se tutti rovinano i ponti, allora chi parlerà con la Russia? Le nostre relazioni economiche con la Russia hanno un carattere tale che le sanzioni danneggerebbero più l'economia turca che quella russa".