Esteri

Israele vara un gabinetto di guerra

Israele ha annunciato di aver trovato l'accordo politico per un gabinetto di guerra per prendere decisioni relative al conflitto in atto - che per il momento riguarda Gaza, ma non è detto che non si estenda nei prossimi giorni al nord e al nord-est di Israele - formato dal premier Benjamin Netanyahu, dall'ex ministro della Difesa e leader del partito di opposizione centrista Benny Gantz e dall'attuale ministro della Difesa Yoav Gallant. Non ne farà invece parte, per sua scelta, il principale leader dell'opposizione, Yair Lapid.

Il gabinetto si occuperà esclusivamente di gestire la guerra. Qualsiasi provvedimento in discussione o che era in procinto di essere presentato in Parlamento è stato rimandato.

Mentre Israele si prepara ad entrare a Gaza, le Brigate Al Qassam, l'ala militare di Hamas, hanno dichiarato che i propri miliziani stavano ancora combattendo in Israele, dove sono stati segnalati scontri a nord della Striscia, con Ashkelon oggetto da ieri di un fitto lancio di razzi.

Il bombardamento israeliano su Gaza continua e, allo stesso tempo, aumenta il numero delle vittime, con il dato più aggiornato che indica in 1.055 il numero dei morti e 5.184 quello dei feriti.

Sono circa 535 gli edifici residenziali finora distrutti da Israele che ha lasciato senza una casa circa 250.000 persone, in base alle cifre comunicate da Hamas.

Anche gli uffici delle Nazioni Unite a Gaza hanno subito danni significativi e quattro dipendenti dell'Unwra sono tra le vittime.

Se questo non fosse abbastanza, va aggiunto che, dopo l'assedio imposto da Gallant, le scorte di carburante per alimentare l'erogazione di energia elettrica sono esaurite e Gaza è al buio, mentre si stanno esaurendo anche le scorte di cibo e acqua, con le persone che non possono più neppure comunicare all'esterno perché smartphone e internet non funzionano più.

"È in corso una politica criminale di vendetta", dichiara B'Tselem in un articolo i cui dati sono aggiornati al 9 ottobre. "Da sabato Israele ha sganciato centinaia di tonnellate di bombe su Gaza. L'appello di Netanyahu ai residenti di andarsene è una farsa senza alcuna corrispondenza con la realtà. La Striscia di Gaza è chiusa su tutti i lati e i residenti non hanno via d’uscita. Non ci sono rifugi e non c’è modo di cercare riparo dagli attacchi aerei. Tra le persone uccise, alcune ancora intrappolate sotto le macerie, ci sono intere famiglie spazzate via in un unico bombardamento – tra cui almeno 140 minori e 105 donne. Il bilancio delle vittime aumenta di minuto in minuto.Eseguita anche l'ordinanza di preferire il danno alla precisione. Centinaia di case giacciono già in rovina, comprese torri residenziali ridotte in macerie e case crollate addosso agli abitanti. Sono oltre 180.000 gli sfollati interni. Strade ed edifici pubblici, comprese scuole e cliniche mediche, sono stati danneggiati dagli attacchi aerei. Gli ospedali funzionano solo parzialmente: alcuni sono stati danneggiati dai bombardamenti e tutti sono gravemente privi di attrezzature mediche e carburante per i generatori elettrici.È stata attuata anche la decisione di imprigionare Gaza ancora più strettamente del solito. I valichi sono chiusi e non è possibile introdurre merci. Israele ha scollegato Gaza dalla rete elettrica e la popolazione ora dipende dalla piccola centrale elettrica locale, che resisterà solo per diversi giorni fino all'esaurimento del gasolio. Anche l’acqua scarseggia: quasi tutta l’acqua estratta a Gaza necessita di desalinizzazione o purificazione per essere potabile, e queste dipendono dall’elettricità. Israele ha anche ridotto l'acqua che vende a Gaza, e parte della rete idrica è stata danneggiata dai bombardamenti.Non c’è alcuna giustificazione per queste azioni, che costituiscono crimini di guerra apertamente ordinati dagli alti funzionari israeliani. Anche di fronte all’orrore e al terrore, danneggiare intenzionalmente i civili, le loro proprietà e le infrastrutture civili è sempre proibito. Un crimine non ne giustifica un altro, né un tipo di ingiustizia ne giustifica un altro. Gli atti di vendetta sono vietati dai principi morali fondamentali e dalle disposizioni del diritto internazionale che Israele è obbligato a rispettare.Contrariamente a quanto lasciano intendere i ministri israeliani, questa politica non è nuova, ma è stata attuata nei confronti di Gaza da molti anni. La morte, la distruzione, il dolore e l’orrore che ha provocato non hanno portato altro che altro orrore. È tempo di chiedere una realtà diversa, un nuovo futuro per tutti coloro che vivono qui.

A supportare i crimini di guerra israeliani, che vengono giustificati con i crimini di guerra di Hamas, anche Stati Uniti e Paesi Europei che hanno dichiarato il loro appoggio incondizionato alla vendetta di Israele e che sembrano non rendersi conto che così facendo non sono affatto diversi dal movimento islamico che pretendono di condannare. 

Autore Giuseppe Ballerini
Categoria Esteri
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