"Aumentare la busta paga per i salari fino a 25mila-30mila euro, cancellare la precarietà e introdurre un nuovo contratto di inserimento al lavoro che sia stabile e poi c’è bisogno di una riforma delle pensioni vera. ...Noi stiamo portando avanti le richieste che unitariamente abbiamo avanzato al governo. Siccome queste cose nelle proposte che il governo sta avanzando al parlamento non ci sono, stiamo mobilitandoci per fare in modo che quegli obiettivi vengano portati a casa. Draghi è una persona perbene, e aveva capito il malessere, come dimostra la proposta di mediazione sul contributo di solidarietà sopra i 75mila euro respinta dai partiti, che non si stanno rendendo conto, e lo dico con giustificato motivo, della reale situazione sociale delle persone nel nostro Paese".
Queste alcune delle dichiarazioni con cui Maurizio Landini ha spiegato i motivi dello sciopero generale del 16 dicembre. Sciopero che, nonostante tutto, è stato confermato.
Il "nonostante tutto" è spiegato dal fatto che la commissione di garanzia presieduta da Giuseppe Santoro Passarelli, ha stabilito che lo sciopero generale convocato da Cgil e Uil non rispetta il "periodo di franchigia" dei servizi postali, perché troppo vicino alla scadenza del pagamento dell'Imu, e viola la regola della rarefazione oggettiva, perché già state convocate mobilitazioni di singoli settori. Per questo la sciopero è stato confermato, garantendo però "il pieno rispetto delle norme che regolamentano il diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali".
Un ostacolo che è stato accolto con soddisfazione da quei rappresentanti di partiti di cui aveva parlato Landini che non si rendono conto della reale situazione del Paese... come Matteo Salvini:
"E’ uno sciopero assurdo contro una manovra di bilancio che aiuta soprattutto chi guadagna meno. O Landini si è montato la testa e non vuole bene all’Italia. Spero che il Pd dica o faccia qualcosa".
Cosa abbia a che fare il Pd con Cgil o Uil è un tema su cui è inutile investigare, ma è bene ricordare che il confusissimo alfiere del popolo Matteo Salvini erano tra coloro che si sono opposti al contributo di solidarietà per chi guadagnasse più di 75mila euro, che equivaleva a sospendere l'entrata a regime del taglio dell'Irpef nel 2022 e forse anche nel 2023 per racimolare altre risorse per contrastare il rincaro delle bollette.