A parte il fatto che c’era poco da comprendere, resta che questo tipo di reazioni all’ondata di “fraintendimenti” che seguono a dichiarazioni che potremmo definire “infelici” si ripetono di continuo. Da parte di troppi e di tutti gli schieramenti.

Ora non è che si tratta di conversazioni catturate al bar, durante una partita a scopone o una allegra bevuta, ma cose dette e persino scritte, cosa che richiede anche un tempo in più per rifletterci, da parte di persone che dell’uso della parola hanno fatto mestiere.

La responsabilità di una comunicazione ricade sempre e solo su chi la emette, specialmente se si tratta di professionisti della comunicazione. Per cui meglio sarebbe rivendicare che ciò che si è detto e scritto corrisponde esattamente a quello che si pensa e si voleva comunicare, piuttosto che piagnucolare da povere vittime “incomprese”!  Lui è solo l’ultimo in ordine di tempo. 

"… nel caso, risulterà che una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa (una famiglia, una tribù) e che perciò ogni racconto di lei sarà reso equivoco dalla polvere presa prima di entrare in discoteca, prima di chiedere all’amica ‘sono stata drogata?’ anche se lo era già di suo".

C’è poco da fraintendere vero?  Che poi, se questa fosse la ricostruzione corretta, proprio il fatto che la ragazza non fosse in controllo di sé, capace di esprimere un consenso cosciente, non scagiona affatto chi se ne approfitta per… farsela! Anzi