Il terremoto che ha colpito l'Iran nord occidentale nelle prime ore della notte di lunedì con una scossa di magnitudo 7.3 ha causato i danni maggiori nella città curda di Sarpol-e-Zahab nella provincia di Kermanshah, che sorge tra i monti Zagros che fanno da confine tra Iraq e Iran. Una città, quella di Sarpol-e-Zahab, ricostruita in tempi recenti dopo che gran parte era andata distrutta nella guerra tra i due paesi confinanti iniziata ai tempi di Saddam.

Nonostante gli edifici fossero nuovi, gran parte sono andati distrutti (12mila secondo le autorità locali), sbriciolati o collassati su se stessi. Questo proprio nel momento in cui le persone erano da poco andate a dormire.



Gli ultimi dati comunicati dall'agenzia IRNA hanno indicato in 530 il numero delle vittime e in 7.460 quello dei feriti. Numeri, però, che sembrano essere ancora parziali, considerando che i soccorritori stanno ancora scavando tra le macerie.

Il presidente iraniano Hassan Rouhani, che ha visitato le zone colpite dal terremoto, ha dichiarato che saranno ricostruite nel più breve tempo possibile (video precedente).

Anche il primo ministro Benjamin Netanyahu, ieri, ha detto che Israele ha offerto assistenza medica per le vittime del terremoto con il tramite del Comitato internazionale della Croce rossa. Offerta che non è ancora chiaro se sia stata o meno accolta, dato che né l'Iran, né l'Iraq hanno relazioni diplomatiche con Israele.