Continua il viaggio del teatro etnico in Sardegna con lo spettacolo Sa pratza (La piazza) della compagnia Gramsc Teatro, la messinscena iper-realistica: lo spazio rappresentato coincide con il luogo teatrale e gli attori rappresentano se stessi, compiono azioni teatrali che coincidono con il luogo reale in cui essi potrebbero agire quotidianamente.

Un uomo seduto su una panca, immobile, solo per conto suo, contempla lo spettacolo del mondo senza essere visto, osserva il viavai di persone che svolazzano, cantano, discutono nella piazza e si dà del tempo per perdere tempo per poi arrivare a descrivere il suo mondo interiore che è in contrasto con la realtà esterna. Come nel teatro degli antichi l’azione si sposta anche nel luogo della fruizione e consente la partecipazione dello spettatore (e la sua importanza) all’interno della relazione teatrale.

Lo sfondo della storia narrata nello spettacolo è un’abitazione tradizionale della Sardegna, caratterizzata dalla “corte” (sa pratza), il centro della vita della casa che serve a soddisfare le fondamentali esigenze del vivere quotidiano e reale. Sa pratza (La piazza) ha trovato un’ispirazione nel romanzo La plaça del Diamant della scrittrice Mercè Rodored e nella rappresentazione il narrare drammaturico utilizza la lingua sarda, catalana e italiana e diventa un unico flusso narrativo sui temi dell’identità, elemento che connota il viaggio in Sardegna del circuito del teatro etnico organizzato dall'associazione ARTE nei comuni dell'isola, con il riconoscimento dell’assessorato spettacolo della Regione Sardegna, delle associazioni locali e delle comunità.