Inizia lunedì 11 gennaio, in Spagna il processo contro la principessa Cristina, accusata di frode fiscale, all'interno di un caso di corruzione per l'assegnazione di appalti pubblici. L'indagine, che ha portato Cristina alla sbarra, vede coinvolto anche il marito, Iñaki Urdangarin, che insieme ad altri soci si sarebbe indebitamente appropriato di oltre 6 milioni di euro, che vari enti regionali avevano destinato all'organizzazione di eventi sportivi. Secondo la magistratura, la società Nóos, di cui Urdangarin era presidente e Cristina consigliere di amministrazione, era stata creata per acquisire appalti gonfiati per manifestazioni sportive. Inoltre, entrambi erano proprietari di una società immobiliare, la Aizoon, utilizzata per trasferire denaro su conti bancari non dichiarati. Da sottolineare che l'accusa non è originata dall'iniziativa di un procuratore o del fisco spagnolo, ma da Mani Pulite, un'associazione privata per la lotta contro la corruzione, che vorrebbe una condanna ad otto anni per la principessa. Molto più grave è la posizione del marito, che deve rispondere di falsificazione di documenti, corruzione e riciclaggio di denaro sporco. Per Urdangarin la procura ha chiesto una pena di 19 anni e sei mesi di reclusione.