Navi militari italiane in partenza per sminare il Mar Nero? Pare più che possibile dato che il Premier Draghi al Senato aveva già confermato la disponibilità del governo a inviare 750 militari in Bulgaria e 250 in Ungheria a supporto del fronte est della NATO, alla Slovacchia nella difesa aerea e alla Romania nell'attività di sminamento del Mar Nero.

A partire sarebbero i cacciamine classe Gaeta e Lerici, scortati dal raggruppamento subacquei del Varignano, insieme a "sonar a profondità variabile, droni subacquei a pilotaggio remoto, navi ausiliarie di assistenza logistica per i cacciamine e una nave comando", come ha affermato l'Ammiraglio Giuseppe De Giorgi, già Capo di Stato Maggiore della Marina, in un'intervista al "Corriere della Sera".

Le operazioni di sminamento interesserebbero la costa meridionale dell'Ucraina, completamente minata per far sì che alle truppe di Mosca venga impedito lo sbarco. Un'operazione che sarebbe comunque ad alto rischio, per l'ampiezza della zona da sminare da ordigni di vario genere e micidiali, come ad esempio quelli ad influenza magnetica che si attivano automaticamente quando passa una nave, oppure gli ordigni situati sul fondale.

Le Fremm, le fregate europee multi-missione invece entrerebbero in azione per i convogli di scorta ai mercantili che portano il grano ucraino.

L'incidente sarebbe comunque sempre dietro l'angolo. "Sarebbe indispensabile una tregua fra le parti. Mancando il consenso della Russia e dell'Ucraina, le operazioni non sarebbero fattibili. Il rischio sarebbe quello dell'uso della forza per reagire a un atto o un'intenzione percepita come ostile, anche per eventuali malintesi. Le conseguenze sarebbero imprevedibili negli effetti", afferma sempre l'Ammiraglio De Giorgi al "Messaggero". In poche parole: "Basta un errore col radar e si rischia la guerra coi russi". Le parole dell'Ammiraglio fanno davvero riflettere.  (lasottilelinearossa.over-blog.it)