Come e quando ripartiranno gli aerei dopo il Coronavirus?

Comparso l’articolo con questa domanda sulla rivista Fortune, indubbiamente  con termini nefasti anche se  in realtà il trasporto aereo mondiale è davvero a  forte rischio di gigantesche perdite. Le stesse ditte che producono aerei temono il fallimento.

Ovvio che il Covid-19 ha dato un colpo mortale alla globalizzazione, ai viaggi della gente al turismo ai low cost.

Comunque vada questa esperienza ha insegnato che le previsioni del boom dei trasporti e dei voli low cost  e del turismo in crescita, non  avevano previsto quali variabili  assolutamente ne una pandemie e ne  conflitti mondiali e catastrofi, forse un pò di umana presunzione .

Una eccessiva sicurezza e troppi capitali investiti o da investire  di cui  oggi non si conosce la sorte futura.

Non conosco cosa stia davvero accadendo a coloro che hanno consistenti pacchetti azionari, ma da ciò che si legge sono tutti alla ricerca di “aiuti di stato o leggi speciali”.

Se Alitalia era  già in crisi, e  dopo questa situazione cosa accadrà? Cosa accadrà ai voli low cost? E se cadono i voli low cost cosa accadrà al turismo?

Insomma tutte le rosee previsioni che hanno portato anche ad  investimenti consistenti nel  settore del turismo, viaggi e aeronautico , dove si  cavalcavano guadagni astronomici  e si credeva nel nuovo business del futuro , sono state distrutte e annullate  in un colpo solo.

Alla domanda come e quando ripartiranno gli aerei dopo il corona virus   rispondono Fausto Palombelli, direttore centrale Marketing aviation di Aeroporti di Roma, e Oliviero Baccelli, direttore del master in Economia e management dei trasporti alla Bocconi. 

“Una botta devastante. Uno tsunami. Un cigno nero di proporzioni mai viste in passato. Si potrebbe continuare a lungo, nemmeno le metafore bastano più. Se c’è un settore cui il Coro navirus ha spezzato le gambe, meglio tagliato le ali, è l’aviazione civile mondiale. Come centrato dal colpo di precisione di un cecchino, il trasporto aereo è precipitato, letteralmente, al suolo: più di 8 voli su 10 cancellati, oltre la metà delle flotte globali bloccate a terra, 96% di passeggeri in meno negli Stati Uniti, scesi ai numeri del 1954, 95% in meno in Europa, aerei che volano con una manciatina di passeggeri, aeroporti deserti, terminal chiusi”. 

www.fortuneita.com/2020/05/08/come-e-quando-ripartiranno-gli-aerei-dopo-il-coronavirus

Anche Avvenire come tanti altri quotidiani ha riportato notizie abbastanza preoccupanti.

“Per un settore a intenso uso di capitale come il trasporto aereo questa crisi può essere letale”. La Iata, l’associazione mondiale del settore, ha calcolato il 5 marzo che nel caso peggiore i ricavi del trasporto aereo potrebbero crollare di 113 miliardi di euro. Quel calcolo però non teneva conto degli effetti sul trasporto merci e nemmeno della stretta sui voli transatlantici e della chiusura dell’area Schengen arrivate pochi giorni dopo. Adesso la perdita prevista potrebbe essere più che raddoppiata”.

www.avvenire.it/economia/pagine/la-bancarotta-del-trasporto-aereo

Tempi davvero duri per Airbus e Boeing che in realtà senza aiuti rischieranno davvero il crollo.

La situazione mondiale che si è venuta a creare purtroppo è molto difficile e complessa, la gente stessa, la maggior parte, cambierà le proprie abitudini.

Saranno riviste le distanze uomo uomo e  per molto tempo tantissime persone  non si sposteranno da una Nazione all’altra.

La catena turistica collegata subirà per forza un crollo.

Al momento ovvio che tutti coloro che sono in questi  settori  cercano soluzioni, ma le distanze sociali, le troppe prescrizioni per aerei, aeroporti, alberghi, ristoranti, spiagge e tutto ciò che ruota intorno al divertimento, quindi locali, night e altro  non possono non risentire di questa nuova realtà. In fondo è come se il settore, colpito alle  gambe, deve abituarsi a camminare con tutore per un pò.

Ma i tutori non possono essere lo Stato che in questo momento deve occuparsi specialmente degli "ultimi", delle piccole realtà imprenditoriali, dei piccoli artigiani. Il settore aeronautico ad esempio ha colossi che per anni ha vantato investimenti miliardari, possibile che questi miliardi sono svaniti in un solo colpo?  

Ovvio però che non credo che esisteranno più tanti investitori disposti a mettere soldi in un settore che potrebbe riprendersi anche dopo molti anni e nel frattempo annoverare qualche fallimento.

Forse tutto il settore aeronautico, turistico e alberghiero e collegati devono rivedere molte cose e iniziare davvero a  pensare diverso, forse ridimensionare gli orizzonti e i voli Pindarici  e guardare molto alla “eco sostenibilità”, in quanto un'altro pericolo incombe sul pianeta intero ed è quello che stiamo combinando  "credendo forse in un falso progresso" al mare, al cielo e alla stessa terra.