Musk qualche ora prima aveva anticipato il suo ingresso a pieno titolo come nuovo proprietario di Twitter entrando nella sede principale dell'azienda, a San Francisco, trasportando - a fatica - un lavandino di porcellana. 

Venerdì, data ultima fissata dal giudice nella causa intentata nei suoi confronti da Twitter per onorare la sua offerta di acquisto, Musk come nuovo proprietario del social dell'uccellino ha iniziato il licenziamento dei vertici dell'azienda, partendo dal ceo Parag Agrawal, pr poi proseguire con il chief financial officer Ned Segal, il responsabile degli affari legali e della policy Vijaya Gadde e il general counsel Sean Edgett. Chi di loro era nei suoi uffici è stato accompagnato alla porta dal personale che si occupa della sicurezza.

Che cosa farà adesso Musk con Twitter?

Il Chief Twit, questo il titolo che si è assegnato Muk, ha scritto di aver liberato l'uccellino, di voler rendere il social più permissivo nella diffusione delle idee e dei contenuti, ma non per questo diventerà un posto dove sarà consentito poter dire e mostrare qualsiasi cosa, cercando così di rassicurare gli investitori pubblicitari che già avevano fatto sapere di essere sul punto di sloggiare.

Però, Musk non ha detto come vuol mettere in atto le sue politiche che comprendono anche la volontà di rendere pubblico l'algoritmo con cui il social dà prevalenza ai contenuti, precisando che l'acquisto di Twitter per lui non è stato fatto con la finalità di far più soldi, ma con quella di regalare al mondo uno strumento per favorire il dialogo... senza censure, che saranno tolte, come quella imposta a Donald Trump (difficile però che l'ex presidente torni su Twitter, dopo aver lanciato un social concorrente).

C'è un ulteriore aspetto che ancora non è stato chiarito da Musk sul futuro di Twitter: il numero dei dipendenti. Qualche giorno fa si parlava di tagli draconiani entro i prossimi 12 mesi. Prima o poi, a parte battute e scherzetti, Musk qualcosa di sherio dovrà pur dirlo, non resta che attendere.