Edgardo Mortara, un caso vergognoso
Al Festival di Cannes Marco Bellocchio ha presentato il film "Rapito" una storia realmente accaduta, quella di Edgardo Mortara nato a Bologna il 27 agosto 1851 da famiglia ebrea, presso la quale prestava servizio la domestica cristiana Anna Morisi, che nel corso di una malattia del bambino, credendolo in fin di vita lo battezzò all'insaputa dei genitori.
Anni dopo la vicenda venne portata a conoscenza delle autorità ecclesiastiche dello stato pontificio, per cui la sera del 23 giugno 1858, a Bologna, la Gendarmeria vaticana si presentò alla porta della famiglia di Salomone Momolo Mortara e di sua moglie Marianna Padovani per prelevare il bambino e trasportarlo a Roma, dove sarebbe stato allevato dalla Chiesa. La polizia agiva su ordine dell'Inquisizione, avallato da papa Pio IX in persona.
Il bambino fu portato a Roma presso la Casa dei Catecumeni e ai suoi genitori non fu permesso di vederlo che dopo diverse settimane; quando alfine fu loro concesso, non poterono farlo da soli; in quei pochi istanti il bambino confidò di recitare ancora preghiere ebraiche. Non furono concesse altre visite dei familiari fino al 1870.
Pio IX prese interesse personale alla storia e tutti gli appelli alla Chiesa per il ritorno del piccolo presso i suoi genitori vennero respinti, nonostante il caso avesse assunto dimensione internazionali suscitando unanime disapprovazione e sdegno.
Ormai preda del clero cattolico il piccolo venne adeguatamente plagiato e indottrinato - prima ancora che potesse sviluppare un qualunque senso critico e quindi effettuare una libera scelta - e venne infine convinto a farsi prete e tale morì nel 1940.
Pio IX, nel 1865 disse:
«Avevo il diritto e l'obbligo di fare ciò che ho fatto per questo ragazzo, e se dovessi farlo lo farei di nuovo».
Pio IX dopo un travagliato e annoso processo e dopo l'immancabile "miracolo" venne proclamato beato il 3 settembre 2000 da papa Giovanni Paolo II, che invece fu fatto "santo subito"!