Stamattina ho ascoltato con attenzione la conferenza stampa sulla manovra economica del governo Meloni. L’unica cosa che non va in questa manovra è la premessa fatta dalla Presidente del Consiglio: «La manovra è l'approccio che si avrebbe nella definizione di un bilancio familiare. Quando ti occupi del tuo bilancio familiare e le risorse mancano, non stai lì a preoccuparti di cosa è utile ai fini del consenso: stai lì a preoccuparti di cosa sia giusto fare perché quella famiglia possa crescere nel migliore dei modi. E quindi si parte dalle cose utili, ovviamente irrinunciabili».

La premessa in sé è bellissima. Non ci sono molti soldi, quindi in famiglia ci si deve arrangiare. Compriamo le scarpe a Mattia; mentre Giovanni purtroppo si dovrà accontentare di uno solo dei due libri di Harry Potter che aveva scelto per questo Natale. Si, è vero, Giovanni è quello bravo che dà tante soddisfazioni senza mai creare problemi, i due libri li avrebbe meritati. Ma nemmeno lui manderebbe scalzo il fratello per non veder diminuita la sua “ricompensa”.

Si fa così, penso. Almeno così facevano i miei genitori. Altrettanto faccio io da adulto, con la mia famiglia.

Forse è cambiata la famiglia, e io non me ne sono accorto. Fatto stà che la Presidente Meloni, dopo questa bella premessa, annuncia che il Reddito di Cittadinanza verrà tolto agli “occupabili”, ossia tutti coloro che sono abili al lavoro.

L’anno prossimo solo 8 mesi, gli altri 4 a digiuno. E dall’anno successivo, 2024, nulla di nulla. Sono occupabili, vadano a lavorare. Questo si capisce per ora, anche perché lo si ripete continuamente senza definire cosa s’intenta veramente per “occupabili”, né cosa si vorrà fare in futuro per codesti. Quasi a volersi riservare ogni possibilità, come pure i dietrofront.

Quindi a Mattia niente scarpe. Andrà scalzo. Mentre Giovanni avrà quasi i suoi due libri. Dico quasi perché con quello che Giovanni incassa in più, grazie a Mattia che andrà scalzo, di libro originale gliene verrà sempre uno solo. Per l’altro gli spiccioli gli basteranno al massimo per le fotocopie. Bel guadagno!

Ma non mi pare il ragionamento che farebbe il “buon padre di famiglia”, no? Ecco perché la premessa della Meloni su questa manovra mi sembra totalmente fuori luogo. E ribadisco: magari è cambiata la famiglia, e io vivo ancora su Marte, e dunque mi perdonerete se continuo questo discorso sulla base del mio modello di famiglia. Scusatemi!

Dicevo. Quel Mattia è uno dei 600 mila percettori di RdC occupabili, e perché mai la “mamma” Meloni di questa famiglia Italia, che parla giustamente di “prima necessità” perché mancano i soldi, si preoccupa di arricchire i Giovanni e mandare completamente scalzo Mattia? Perché?!

Lei, per esempio, a certi Giovanni ha dato la possibilità di continuare a pagare il 15% di tasse anche se guadagnano più di 65 mila euro l’anno, e fino a 85 mila. Ad altri Giovanni, un po’ più umili, che avevano ISEE oltre i 12 mila euro, darà bonus per calmierare le bollette anche se arrivano a 15 mila euro. E ad altri Giovanni ancora, qualche briciola in più nella pensione. E poi tanto altro, ai Giovanni ben più facoltosi, ma di tutto questo parleremo quando la manovra si sarà consolidata.

Per far quadrare questi miseri incrementi ai figli Giovanni, si toglie tutto ai figli Mattia? Tutto?!

Ma no, dai! Non va proprio bene quella premessa. La Presidente Meloni non può dire che ha “approcciato” questa finanziaria seguendo le priorità di un buon padre, pardon, madre di famiglia. Non lo dica, per favore, perché non si può sentire. Sanguinano le orecchie.
Se non ci sono soldi, un padre di famiglia destinerà i pochi che ha alle VERE priorità, che sono indubbiamente le scarpe di Mattia e non a un semilibro in più per Giovanni. E questo fratello dovrebbe pure rimanerci male, si dovrebbe ribellare e dire «Ma mamma Giorgia! Io un libro nuovo lo riceverò comunque; non vedi che Mattia ha le scarpe rotte?!».

Ma forse Giovanni è ancora piccolo, e non conosce la Regola Aurea. La mamma dovrebbe…

C’è però un fatto oscuro, che ancora non si capisce. E forse non si capirà mai. Magari l’anno prossimo, ad anno molto inoltrato. Chi lo sa.
Il lato oscuro è cosa davvero si vuol fare di questi Mattia. Ok, le scarpe potrebbero comprarsele da soli (anzi dovrebbero!) ma se nessuno da loro la possibilità di guadagnare come fanno? L’idea quale sarebbe? Sono occupabili, ma dove: al ristorante a 3 euro l’ora? La disoccupazione è d’improvviso scomparsa o continua, come ogni anno da secoli, a crescere? Cresce, mi risulta. Quindi?

Selezione naturale!
Cosa se ne fa una famiglia di un giovane Mattia che non è riuscito a emergere, o di uno più vecchiarello che ha perso il lavoro a 45/50 anni, e da 5 o più non lavora. Un quasi “inoccupabile”. Non se ne fa nulla il sistema (cfr: Bauman, sui “consumatori difettosi”). E quindi che schiatti, quest’occupabile parassita che non si occupa! E schiatti possibilmente assieme al resto della sua famiglia “occupabile” (la famiglia nella famiglia).

Io non mi appello a questo governo e ai suoi ragionamenti. Io mi appello ai Giovanni come me, o di nome o di fatto. I Mattia sono nostri fratelli!
Ai Giovanni non tolgono nulla. Così poco, ma davvero poco, che dire nulla è perfino troppo. Quindi, cari Giovanni, siate un po’ più attenti, riflessivi, e determinati a capire i perculamenti che voi per primi state subendo, perché a mio avviso continua ad avere un senso quel che scrissi circa un mesetto fa: questi seguitano a essere “ossimori politici dell’immoto andare”.

E come allora direi che è azzeccato richiamare di nuovo la maestria di Vincent van Gogh, stavolta nel dipinto de “La siesta” (ispirata alla medesima opera di Millet). Si possono apprezzare una Giovanna e un Mattia che riposano, in uno splendido olio su tela del 1889-90, anche se non sarebbe affatto il momento di riposare.


Base foto: La siesta – dipinto di Vincent van Gogh, 1889-90