La "durissima" vita cyber dei teenager è sottoposta ad attacchi continui nei social, che ora si vedono costretti a correre ai ripari.

L’adolescenza è un periodo strano, critico, per i ragazzi e per le ragazze.

Esistono adolescenti irrequieti, altri meno, altri che pensano solo allo studio. Ma un cortocircuito è possibile per tutti: per un attimo di smarrimento, di fragilità, la vita interrompe il suo corso normale. Questo accadeva prima dell'avvento del web, figuriamoci ora.

Chi protegge questi ragazzi?

Ci hanno provato Pinterest, Tumbler e, dopo il bollino nero del 2017 (nocivo per la salute mentale), ci sta provando Instagram, con filtri e controfiltri, con una squadra di bonifica che tiene d’occhio sia i bulli che i modelli di bellezza (portatori di complessi ed insicurezze).

Ci stanno provando Facebook e WhatsApp che si adegua all’articolo numero 8 della norma comunitaria europea, di fatto negando l'uso della messaggistica alle persone al di sotto dei 16 anni, senza il consenso dei genitori.

Di fatto, però, è una presa in giro, perché la gestione di un account rimane comunque alla mercé dei ragazzi che possono tranquillamente mentire al momento dell’iscrizione, perché in questo momento non è richiesto come viene raccolto il consenso dei genitori.

Inoltre in questa nuova fase gli utenti potranno scaricare anche i dati delle proprie chat, non i messaggi, ma la lista dei contatti, quelli bloccati, e i gruppi a cui partecipa con l’uso dei messaggi.

A questo punto chi tutela realmente i ragazzi?