Martedì, il Governo del cambiamento è ancora "profondamente colpito" dal crollo del ponte sull'A10 e i vari ministri competenti, così come i vicepremier, sono indaffarati nel farsi vedere impegnati nell'interessarsi in prima persona a quanto accaduto.
Non faranno niente, naturalmente, perché non possono far niente, ma è giusto che sia così. Seppure d'intralcio, le istituzioni nazionali che sono andate o andranno a Genova servono a testimoniare che lo Stato è presente anche di fronte ad un disastro.
Già da domani, o al massimo tra un paio di giorni, inizieranno però le polemiche e le accuse tra i vari partiti per sfruttare politicamente questa tragedia.
Proviamo ad immaginare quali saranno i temi che saranno tirati in ballo.
In base ad alcune dichiarazioni rilasciate da alcuni tecnici, il ponte progettato dall'ingegnere Riccardo Morandi, costruito tra il 1963 e il 1967, è stato progettato male e fin da subito aveva mostrato problemi. Il cedimento strutturale potrebbe essere stato originato dal decadimento del calcestruzzo utilizzato per i tiranti.
L'A10, oltre a costituire un collegamento strategico per il trasporto su gomma tra Italia e sud della Francia, è anche il principale asse stradale che collega Genova al porto di Voltri, all'aeroporto e alle aree industriali del Ponente.
Ovvio che quanto accaduto, nel giro delle prossime ore inizierà ad essere utilizzato come strumento di propaganda politica, nonostante che gran parte di queste concessioni sia stata stipulata alla fine degli anni 90 e rinnovata tra il 2008 e il 2010, interessando quindi opposte forze politiche, centrosinistra e centrodestra.
In ogni caso, concessioni, costo del pedaggio e qualità del mantenimento non potranno non essere tirati in ballo con l'accusa di favori alle società concessionarie, anche se questi, nel caso ci siano effettivamente stati, riguarderebbero sia la destra che la sinistra.
Ma il vero nodo sarà costituito dalle opere pubbliche, quelle da fare e quelle appena iniziate. Infatti, i 5 Stelle, di questa tragedia, potranno fare un cavallo di battaglia contro le opere pubbliche di scarsa o dubbia utilità, a partire dalla Tav Torino Lione.
Adesso chi potrà dire loro che è giusto fare la Tav, che oggettivamente serve a poco, quando in Italia sono da rivedere o rifare opere strutturali mal fatte o da consolidare, come dimostra il crollo del ponte Morandi che, purtroppo, ne ha costruito uno anche ad Agrigento, chiuso da alcuni mesi a causa di problemi strutturali?
E adesso, come faranno i paladini della Tav a giustificare che sia giusto spendere i soldi in quell'opera quando la rete autostradale italiana si sta letteralmente sbriciolando?
Incredibile a dirsi, ma il disastro di Genova sarà utilizzato anche per giustificare lo sforamento di bilancio nella prossima manovra come ha anticipato l'umanissimo Matteo Salvini che in un'intervista televisiva, oltre a preoccuparsi per i cani delle unità di ricerca e soccorso che sudano [non è uno scherzo ha detto realmente così, ndr.], ha tra l'altro dichiarato che i vincoli di bilancio non possono essere un ostacolo alla sicurezza degli italiani.
Quindi, il crollo del ponte sull'A10 sarà utilizzato a settembre come ulteriore elemento da aggiungere ai temi con cui l'Italia andrà a scontrarsi con la Commissione Ue sulla sostenibilità della legge di bilancio e sul coseguente aumento del debito pubblico.