Il trend positivo del mercato del lavoro, una delle infinite bugie di Giorgia Meloni
"I dati diffusi oggi dalla Cgia confermano un importante trend positivo per il mercato del lavoro in Italia: 847mila posti creati nei due anni del nostro Governo.Numeri che ci spingono a continuare a lavorare con determinazione per creare ulteriori opportunità e garantire stabilità e crescita economica a tutta la nostra Nazione.L'Italia è sulla strada giusta, ma non ci fermiamo: c'è ancora molto da fare. Avanti!"
Questo è quanto ha pubblicato sui suoi profili social la presidente del Consiglio Meloni, proprio mentre si stavano moltiplicando le notizie sui licenziamenti conseguenti alla crisi Stellantis e non solo... posti di lavoro veri, non "lavoretti" da poche ore la settimana che lei cerca di spacciare come lavori cui siano associati stipendi tali da poter permettere un tenore di vita almeno dignitoso, non ai limiti della sopravvivenza.
Della crisi Stellantis i primi a risentirne sono stati i lavoratori dell'indotto. Così alle lettere di licenziamento arrivate a 97 lavoratori di Trasnova, si sono aggiunte le 101 dei dipendenti Logitech. Ma è solo la punta dell'iceberg, prima che il benservito arrivi agli occupati degli stabilimenti di Cassino, Pomigliano d'Arco, Melfi e Mirafiori.
E che dire dei dipendenti della multinazionale turca degli elettrodomestici Arcelik (marchio Beko) che ha presentato un piano di ristrutturazione lacrime e sangue, che vede 2mila esuberi in Italia con la chiusura degli stabilimenti di Siena (congelatori) e Comunanza nell'ascolano (lavatrici), oltre a un ridimensionamento della fabbrica di Cassinetta (Varese) e alla chiusura del centro di ricerca e sviluppo di Fabriano?
Nonostante tutto ciò Meloni festeggia... perché l'occupazione cresce, mentre il PIL cala!
Un fenomeno spiegato sul sito Sbilanciamoci da Alessandro Bellocchi e Giuseppe Travaglini dell'università di Urbino, che indicano l'anomalo aumento dell'occupazione (al netto della ripresa post-Covid e della spinta data dal Bonus 110% all'edilizia), come il segnale dell'avvenuta transizione da un'economia deindustrializzata a un'economia basata sui servizi poveri, come il food delivery o l'over-tourism che devasta le città, risultato anche del mancato investimento sul «terziario avanzato»: informatica, intelligenza artificiale, tecnologie «green» (tagliate da Meloni), servizi finanziari.
E che i lavori di Meloni siano in realtà lavoretti, spesso svolti da una stessa persona che cerca così di sbarcare il lunario, lo dice anche l'Osservatorio INPS: l'occupazione è cresciuta nei settori a bassa produttività e a basso salario dove è più intenso lo sfruttamento del lavoro povero.
E Meloni celebra questo risultato come trionfale... di questo dovremmo gioire e pure esserle grati!