Dopo l'evento sismico di magnitudo 3.9 registrato ai Campi Flegrei alle 15:30 di domenica 16 febbraio 2025, sono state registrate dall'INGV circa quindici ulteriori scosse, di cui la più forte finora è stata quella delle 8:12 di stamani, di magnitudo 3.2.
Così l'Osservatorio vesuviano dell'INGV spiega il fenomeno.
I Campi Flegrei sono un'area vulcanica attiva situata ad ovest di Napoli, che include i comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto, Giugliano in Campania e parte della città di Napoli. Il nome Campi Flegrei, dal greco letteralmente "campi ardenti", denota la natura vulcanica dell'area e la presenza di numerose fumarole e acque termali, ben note e sfruttate nell’antichità.A differenza del più noto Vesuvio, i Campi Flegrei non sono caratterizzati da un unico edificio vulcanico principale, ma sono piuttosto un campo vulcanico attivo da più di 80.000 anni, con diversi centri vulcanici situati all'interno e in prossimità di un'area depressa chiamata caldera. La caldera è il risultato del ripetuto sprofondamento di una vasta area provocato dal collasso del tetto del serbatoio magmatico superficiale a seguito dello svuotamento dello stesso per opera di almeno due grandi eruzioni: l'Ignimbrite Campana (40.000 anni) e il Tufo Giallo Napoletano (15.000 anni). L'eruzione dell'Ignimbrite Campana è l'eruzione a più elevata energia conosciuta nel Mediterraneo: con essa un'enorme quantità di cenere è stata dispersa nell'atmosfera, influenzando il clima non solo a livello regionale ma probabilemte anche a livello mondiale. Dopo l'eruzione del Tufo Giallo Napoletano l'attività vulcanica dei campi Flegrei è stata particolarmente intensa con più di 27 eruzioni solo negli ultimi 5.500 anni, l'ultima delle quali, avvenuta nel 1538, ha generato il cono di tufo di Monte Nuovo.La caldera dei Campi Flegrei è soggetta a lenta deformazione del suolo nota con il nome locale di bradisismo. Nei periodi 1970-72 e 1982-84 l’area flegrea è stata interessata da crisi bradisismiche in cui il suolo, nell'abitato di Pozzuoli in particolare, ha subito un sollevamento totale massimo di circa 3.5 m. La prima crisi causò l'abbandono forzato dell'area fatiscente di Rione Terra; la seconda crisi in particolare fu caratterizzata da intensa sismicità con gravi danni agli edifici. Dopo le crisi si è avuto un periodo di generale subsidenza, interrotta a partire dal 2005 da un'inversione del fenomeno che ha portato ad un costante sollevamento del suolo, al momento ancora in atto.Allo stato attuale il livello di allerta dei Campi Flegrei è GIALLO, come stabilito dal Dipartimento della Protezione Civile, sulla base dei risultati del monitoraggio e delle valutazioni espresse dalla Commissione Grandi Rischi. Tale livello, a differenza del livello di allerta “verde”, che corrisponde all’attività ordinaria del vulcano, è indice della variazione di alcuni dei parametri monitorati dall'INGV.
Questo è il riassunto del monitoraggio dell'attività sismica dello scorso gennaio.
Durante il mese di gennaio 2025 nell'area dei Campi Flegrei sono stati registrati 319 terremoti con una Magnitudo massima=3.3±0.3. Di questi, 287 eventi (90% del totale) hanno avuto una magnitudo minore di 1.0 o non determinabile a causa della bassa ampiezza del segnale non chiaramente distinguibile dal rumore di fondo, 26 eventi (8% del totale) hanno avuto una magnitudo compresa tra 1.0 e 1.9, 5 eventi (1.5% del totale) hanno avuto una magnitudo compresa tra 2.0 e 2.9 e 1 evento (0.5% del totale) ha avuto una magnitudo compresa tra 3.0 e 3.9. In totale sono stati localizzati 236 eventi (~ 74% di quelli registrati), ubicati prevalentemente tra Pozzuoli, Agnano, l’area Solfatara-Pisciarelli, Bagnoli e nel Golfo di Pozzuoli, con profondità concentrate nei primi 3 km e profondità massima di circa 4 km.Dagli inizi di agosto il valore medio della velocità di sollevamento nell’area di massima deformazione è di circa 10±3 mm/mese alla stazione GNSS di RITE. Il sollevamento registrato alla stazione GNSS di RITE è di circa 138 cm da novembre 2005, di cui circa 20 cm da gennaio 2024.I valori massimi di temperatura superficiale della serie temporale IR nelle aree di Pisciarelli e Solfatara mostrano andamenti stabili.I parametri geochimici confermano i trend pluriennali di riscaldamento e pressurizzazione del sistema idrotermale. Il flusso di CO2 dal suolo nell'area della Solfatara si conferma essere elevato, stimato in circa 5000 t/d, valori comparabili a quelli che si ritrovano nel plume di vulcani attivi a degassamento persistente.