Politica

Le liste del Partito Democratico di Renzi alle prossime politiche

Con gli angoli della bocca praticamente attaccati alle orecchie, Matteo Renzi ha mostrato, nella conferenza stampa di sabato sera, cosa realmente abbia rappresentato per lui, a livello emotivo, la composizione delle liste elettorali del Pd alle prossime politiche definita poche ore prima "una delle esperienze più devastanti dal punto di vista personale".

 

Ma non poteva essere altrimenti rispetto a quello che è stato, perché stupirsene? La politica per Matteo Renzi, si dovrebbe esser compreso da tempo, significa affermazione personale. Per consentire tale affermazione, Renzi ha prima impedito a Prodi di diventare presidente della Repubblica e poi ha delegittimato il governo di Enrico Letta fino a sostituirlo alla presidenza del Consiglio. E che dire di quello che ha fatto all'ex sindaco di Roma, Marino!

Da un personaggio simile, perché la minoranza del Partito Democratico avrebbe dovuto attendersi una diversa gestione nella composizione delle liste? Per Renzi questa era l'occasione di far fuori quelli che comunemente, nel linguaggio di tutti i giorni, vengono definiti dei rompicoglioni... E questo ha fatto, perché stupirsene?

E come se non bastasse, oltre ai pretoriani targati Pd, Renzi si è pure cautelato con i centristi di destra di cui Casini è l'icona principe. E tutto, naturalmente, per mettere in atto l'alleanza con Forza Italia che è sempre stata il progetto politico di Renzi.

E per mettere in atto questa politica, non può esserci titubanza, né vergogna, ma solo un determinata arroganza nell'aggiungere nuove nefandezze a quelle appena compiute, rivendicandone l'assoluta correttezza... come se tutto fosse normale e dovuto!

Un esempio su tutti. Ecco come Renzi ha spiegato la candidatura della Boschi a Bolzano: «La Boschi è candidata in diversi collegi e in diversi territori. Sarà capolista anche in zone in cui ha avuto modo di lavorare nell’attività di governo, per esempio a Taormina»... e per esempio a Bolzano dove l'SVP le darà sicuramente una mano. L'importante era non candidarsi ad Arezzo e dintorni... ma questo Renzi non lo ha detto. Era troppo anche per uno come lui.

Mentre per la Boschi non è stato un problema farsi candidare in tutta Italia, Cuperlo ha avuto delle riserve al riguardo, tanto da tirarsi fuori dai giochi, dopo aver scoperto di esser finito a Sassuolo e non avendo nulla a che fare con quel territorio: «Avevo dato la mia disponibilità (e ci mancherebbe) a dare una mano anche in un collegio qualunque della mia città (cioè non è proprio la mia, ma ci vivo da trent’anni e – debbo riconoscerlo – è tra le più belle al mondo). Se serve sono ancora qui. Se serve darla quella mano basta un segno, un fischio. Altrimenti, come da parecchio tempo, andrò su è giù per l’Italia a chiedere il voto per il partito dove milito e per una sinistra da ripensare e rifondare. A Sassuolo – lo spero davvero – ci sarà una candidata o un candidato che di quei luoghi si sentirà parte. Molto più di me. Come è giusto che sia.»

È giusto esser chiari. Matteo Renzi ha tutto il diritto di essere quel che è e di continuare a fare quel che ha fatto finora, finché c'è gente che continua a credere alle sue reiterate promesse, che - vedi il caso - finiscono per essere attuate in modo esattamente opposto a quanto da lui anticipatamente illustrato, e continua a votarlo. È la democrazia... più o meno.

Autore Roberto Castrogiovanni
Categoria Politica
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