Da quando ha iniziato a guidare il governo, Giorgia Meloni ha collezionato una serie di brutte figure e problemi il cui numero, negli ultimi tempi, sta aumentano in modo (per lei) preoccupante. Dalle accise al Superbonus, Meloni ha ampiamente dimostrato di rimangiarsi quanto promesso in passato, anche fino a poco tempo fa.

Se poi aggiungiamo i problemi che le creano gli alleati e, soprattutto, i suoi parlamentari... c'è da comprendere perché ormai sia a casa da una settimana a causa di una influenza che sembra capitata a proposito per evitare di farle rilasciare dichiarazioni su vicende più che imbarazzanti: le parole di Berlusconi sulla guerra in Ucraina, le dichiarazioni di Nordio e l'indagine su Delmastro, il Superbonus praticamente cancellato che invece in campagna elettorale aveva dichiarato di voler conservare... 

A tutto questo, nelle ultime ore, si era aggiunto il caso di Augusta Montaruli, deputata di Fratelli d'Italia e sottosegretaria al ministero dell'Università. 

Che cosa ha combinato? Lei niente... almeno ultimamente. Però, la Cassazione ha confermato nei suoi confronti una condanna a un anno e sei mesi per peculato in relazione all'uso improprio dei fondi dei gruppi in Consiglio regionale del Piemonte nel periodo 2010-2014.

Nell'occasione, condannati in via definitiva anche l'ex presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota (un anno e sette mesi) e l'ex deputato Paolo Tiramani (un anno e cinque mesi), entrambi esponenti della Lega.

Rivestendo un incarico di governo e visto che il reato per cui è stata condannata riguarda l'uso improprio di denaro pubblico nell'esercizio delle sue funzioni, le opposizioni, all'istante, si sono chieste quanto tempo ancora avrebbe atteso Giorgia Meloni prima di annunciarne la revoca dall'incarico.

L'onorevole Montaruli aveva indebitamente chiesto il rimborso di 25mila euro per acquisti effettuali con soldi pubblici che però con l'incarico pubblico da lei rivestito non avevano alcuna attinenza. Che cosa aveva acquistato come consigliere regionale la Montaruli, facendo pagare la regione Piemonte?

Vestiti Hermès, articoli di pelletteria tra cui una borsa Borbonese, cristalli Swarovski, strenne natalizie (gianduiotti, omaggi floreali per colleghi avvocati, orecchini e Swatch alle collaboratrici), lavanderia e sigarette; seimila euro per uno studio sulla propria reputazione social e 4.800 per un corso sull'uso dei social network; spese di ristorazione in "locali di prestigio... Alcune spese, concludevano i giudici nella sentenza d'Appello bis, sono talmente "stravaganti" ed "eccentriche" da far pensare che la consigliera confidasse nell'assenza di ogni controllo, garantita da un accordo "spartitorio" e "criminale". Tra queste, oltre ad alcuni casi già citati, ci sono due libri: "Mia suocera beve", di Diego De Silva, e "Sexploration" (sottotitolo: "Giochi proibiti per coppie"). [fonte il Fatto Quotidiano]

Per evitare di aggiungere un altro grave grattacapo alla premier, nel primo pomeriggio, viste le pressanti richieste delle opposizioni, Augusta Montaruli ha annunciato le dimissioni dall'incarico di sottosegretaria:

"Ho deciso di dimettermi per difendere le istituzioni, certa della mia innocenza. Mi riservo di valutare l'opportunità di un ricorso alla Corte di Giustizia Europea", ha annunciato in una nota la parlamentare post-fascista. "Se ciò non avvenisse sarei come coloro che vorrebbero demolito il senso dello Stato, rendendolo debole con una ricerca costante di una giustificazione alle proprie azioni, sentendosi moralmente superiori o cercando di piegare le norme ai comportamenti, addirittura ostentando clemenza verso chi agita l'arma del ricatto e per scappare dalla legge si vorrebbe ridisegnare vittima, rimanendo nell'ombra davanti alla 'protesta più forte' di chi la vita se l'è tolta davvero poco più di un anno fa. Tutto questo sì è stato decisamente imbarazzante.Concludo oggi questa vicenda ringraziando tutti i protagonisti perché nel giudizio verso una ragazza di ventisei anni, entusiasta di entrare per la prima volta in un'assemblea legislativa e che riteneva di non dover dubitare delle indicazioni sulle modalità di uso dei fondi dei gruppi, non sono stati mai severi quanto il mio. In ciò hanno determinato in maniera fondamentale, nel pubblico e nel privato, la donna che sono e che continua a battersi per ciò che è giusto.Ha finalmente fine un processo che è durato ben undici anni, per fatti che risalgono a 13 anni fa, articolato in cinque gradi di giudizio, con un'assoluzione piena in primo grado ed un esito ieri contrario. Mi riservo di valutare l'opportunità di un ricorso alla Corte di Giustizia Europea. Ho creduto, credo e continuerò a credere nella Magistratura. D'altra parte solo chi confida nella propria innocenza e nella Giustizia si sottopone a dibattimento ovvero per così tanto tempo al giudizio in modo pubblico benché un procedimento simile, fin dall'inizio, sia stato mediaticamente esposto. Così io ho fatto.Mi sono difesa in un tribunale non da un tribunale e non intendo ora in ragione di quello in cui credo assumere una mia difesa fuori da questo contesto. Mi sono sempre assunta la responsabilità della mia condotta anche quando leggevo o ascoltavo facili ironie su spese mai contestate dalla procura e su cui quindi non ho potuto difendermi neppure nelle aule dove in modo rispettoso ho rinviato ogni valutazione sempre. Per quella stessa responsabilità in ogni caso ancor prima che questo processo avesse inizio e potesse definire un giudizio ho provveduto alla restituzione delle somme contestate per una cifra pari ad oltre il doppio rispetto a quella indicata dall'odierna sentenza.Ho la serenità di poter dire che non ho causato alcun ammanco alle casse pubbliche né altro danno alla pubblica amministrazione e ai cittadini. Niente peraltro è mai stato nascosto ed infatti il processo che mi ha visto parte si fonda sostanzialmente su rendicontazioni debitamente consegnate quando ancora nessuno era ancora neppure indagato. Anche da un punto di vista istituzionale ho provveduto a partire dal 2012 ad autoescludermi da ogni candidatura per ben cinque anni ed in ogni caso fino alla prima sentenza di assoluzione. Considerata la particolarità dell'inchiesta non ho aspettato il giudizio dei magistrati per non rinviare sine die una valutazione attenta delle mie responsabilità politiche.Se poi anche in punta di diritto oggi mi potessi sedere formalmente dalla parte della ragione non mi sentirei altrettanto sollevata in coscienza; non so francamente come facciano coloro che non essendo esenti dalle medesime responsabilità politiche se ne sono sottratti per tutti questi anni, nascondendosi nel silenzio o addirittura oggi parlandone a sproposito. Ciò nonostante non ho mai paragonato la mia vicenda a quella di altri per cui stranamente non è mai iniziata: non dovevo essere io ugualmente alleviata ma loro sottoposti allo stesso metro di giudizio. Non sono mai scappata. Non lo farò ora", si legge ancora nel testo a sua firma".

A stretto giro, a dimostrazione di quanto fosse spontanea e autonoma la decisione di Augusta Montaruli (!!!) è stata rilasciata a supporto anche una una nota congiunta dei capigruppo di Fratelli d'Italia, Tommaso Foti e Lucio Malan: 

"Non possiamo che rispettare la decisione generosa e spontanea di Augusta Montaruli che, pur non avendo alcun obbligo a riguardo - tantomeno di legge - ha deciso di rassegnare le dimissioni dall'incarico di sottosegretario all'Università, che ha ricoperto con onore, capacità ed impegno costante. La conosciamo fin dalla gioventù e ben sappiamo quanto ha sempre dato in termini di impegno per le battaglie della destra, mai risparmiandosi e sempre mettendo a servizio della stessa idee e progetti. Nel momento in cui, con una scelta personale, decide di lasciare questo ruolo che si era guadagnata sul campo, la abbracciamo con l'amicizia di sempre. La aspettiamo attiva e determinata, sia nel gruppo parlamentare sia nel partito, perché continui ad essere punto costante e prezioso riferimento e a trasfondere quell'entusiasmo che le deriva da una disinteressata passione. Gli avvoltoi, che pensavano di poter speculare politicamente e personalmente su una vicenda che ha toccato tanti, anche tra coloro che si erigono a censori, e colpito pochi, sono serviti. A Fratelli d'Italia la morale non la fa nessuno, tantomeno la sinistra del professionale malcostume".

Alla Meloni pure questa pareva troppo... e così la Montaruli ha dovuto lasciare, seppure abbia almeno ottenuto l'onore delle armi da parte di di Foti e Malan.

La vicenda potrebbe però lasciare comunque strascichi nella maggioranza, a causa di quanjto aveva dichiarato il deputato di Forza Italia, Giorgio Mulè, che aveva auspicatole dimissioni della collega di FdI:

"Il caso Montaruli? Lei o il suo partito devono trarre le conseguenze e capire cosa fare, nel suo caso c'è una condanna definitiva, si deve valutare se mette in imbarazzo il governo".

Parole che non sono passate inosservate con le "classiche" fonti riprese persino dalla stampa di destra (Libero) che fanno trapelare parole al vetriolo da parte di Fratelli d'Italia: "Mulè pensava di metterci in difficoltà con le sue provocazioni: ha preso uno schiaffo morale dalla Montaruli la cui impronta gli manterrà la faccia ben più rossa di quanto rubiconda già sia. Che provocatorie insinuazioni vengano da un personaggio come Mulè, che di pregiudicati eccellenti nel suo partito ne vanta più di uno, è intollerabile".