Non solo cicloni e Covid... in India adesso sta dilagando anche un'epidemia di mucormicosi, un'infezione di solito piuttosto rara che ha per i pazienti un tasso di mortalità del 50%. 

Negli ultimi mesi, in India sono stati migliaia i casi di mucormicosi che hanno colpito pazienti affetti in precedenza da Covid-19 successivamente guariti o in via di recupero.

I medici non hanno capito quale possa essere il collegamento tra le due malattie, ma sospettano che possa essere dovuto agli steroidi usati per trattare la Covid. A fare i conti con la  mucormicosi sono soprattutto i diabetici.

Non è chiaro quante siano state finora le persone colpite dall'infezione in tutta l'India, ma il ministro della salute del Maharashtra, Rajesh Tope, ha dichiarato nel suo Stato, uno dei più colpiti dalla seconda ondata di Covid-19 in India,  si sono registrati 1.500 casi.  

Giovedì, il segretario del ministero della Salute, Lav Agarwal, ha scritto ai 29 stati indiani per chiedere loro di dichiarare ufficialmente come epidemia l'attuale diffusione di mucormicosi nella nazione, in modo da monitorare più da vicino ciò che sta accadendo in ogni Stato e consentire una stratgegia comune nell'affrontare la malattia offrendo trattamenti e cure, per quanto possibile, appropriate.

L'aumento dei casi ha portato a una carenza di Amfotericina B, farmaco utilizzato per trattare infezioni da funghi, nonostante sia prodotto da molte aziende indiane, portando così molte famiglie a rivolgersi al mercato nero.

La mucormicosi è un'infezione causata dall'inalazione (meno frequente è il contagio da ferite e lesioni) delle spore prodotte da un gruppo di muffe chiamato Mucorales. L'infezione provoca dolore, febbre e a volte tosse e può distruggere le strutture del viso. I medici formulano la diagnosi attraverso l'identificazione del micete nei campioni di tessuto. Alla maggior parte dei soggetti vengono somministrate alte dosi di amfotericina B per via endovenosa e viene eseguito un intervento chirurgico per rimuovere il tessuto necrotico e infetto.