L’Amministratore Delegato del Gruppo FS Luigi Ferraris parla dei risultati record degli ultimi anni, con il 2023 in testa, e guarda alle sfide future, tra cui la minaccia di un possibile ridisegno dei flussi delle merci a causa della crisi nel Mar Rosso: l’intervista rilasciata all’emittente televisiva Class Cnbc.

Luigi Ferraris: numeri da record nell’ultimo triennio

In un’intervista rilasciata a Class Cnbc, l’AD Luigi Ferraris ha ricordato i numeri che hanno caratterizzato l’operato del Gruppo FS negli ultimi tre anni, gli stessi che testimoniano l’impegno della società per l’ammodernamento infrastrutturale del Paese. “Ferrovie dello Stato ha investito 40 miliardi di euro, parte di un piano di investimenti da 200 miliardi in dieci anni”, ha sottolineato il manager, non dimenticando l’enorme contribuito dato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che ha affidato al Gruppo 24 miliardi di euro. “Sono arrivato a valle della pandemia caratterizzato dal fermo macchine e all'inizio di un triennio che aveva davanti gli obiettivi già inseriti nel quadro del PNRR ma ancora non realizzati – ha rammentato l’AD – Dunque, siamo partiti sostanzialmente da zero e man mano siamo riusciti a mettere a terra a fine 2023 otto miliardi di euro di investimenti sui 24 assegnati e che andranno realizzati entro metà del 2026. Possiamo dirci soddisfatti perché siamo in linea con i programmi previsti dopo l'ultima rimodulazione del piano”.

Luigi Ferraris: fondamentali gli interventi di Italia e UE per proteggere le navi nel Mar Rosso

Dal 2021 ad oggi, il Gruppo FS ha bandito 1.188 gare, per un controvalore di 53 miliardi di euro, soltanto nell’ambito delle infrastrutture. Il totale degli investimenti di Ferrovie dello Stato degli ultimi tre anni ammonta dunque a 40 miliardi di euro, di cui 16 solo lo scorso anno. Un “risultato record”, come sottolineato dall’AD Luigi Ferraris, che adesso è concentrato sull’affrontare le sfide del futuro. Tra queste il rilancio del trasporto merci su ferro. Il manager si dice convinto che l’Italia potrà diventare l’hub logistico del Mediterraneo, questo nonostante la recente crisi del Mar Rosso che sta portando le compagnie di trasporto container a preferire vie alternative al canale di Suez. “Speriamo sia un calo non strutturale – ha aggiunto l’AD – In questo scenario ritengo che gli interventi che sono stati posti in essere dall’Italia e dalla UE per proteggere le navi nel Mar Rosso siano fondamentali. Dobbiamo difendere quella che è un'area di scambio e di flusso strategica per l'Europa e per il Mediterraneo stesso. Se, invece, dovesse diventare strutturale, chiaramente ci sarebbero degli effetti duraturi che vanno riconsiderati anche in un'ottica di ridisegno dei flussi delle merci a favore dei porti del Nord Europa".