Le primarie pilotate dei 5 Stelle per indicare Di Maio prossimo candidato premier
Cicchetti Vincenzo, Fattori Elena, Frallicciardi Andrea Davide, Ispirato Domenico, Novi Gianmarco, Piseddu Nadia, Zordan Marco. "Chi sono costoro?" avrebbe detto don Abbondio.
E noi gli avremmo risposto i candidati del Movimento 5 Stelle alle primarie per la scelta del candidato premier da indicare al presidente della Repubblica nel caso in cui il movimento grillino risultasse primo partito alle prossime elezioni politiche.
Attivisti, tecnici informatici, programmatori, una biologa e persino una "ingegnera" aerospaziale potrebbero diventare il prossimo presidente del Consiglio di un governo a 5 Stelle. Tutte persone incensurate, sicuramente capaci e, soprattutto, perbene. Però del tutto sconosciute a 60 milioni di italiani e alle decine di migliaia di iscritti al Movimento che saranno chiamati ad indicare la loro preferenza.
È mai possibile che il proprietario del marchio, capo politico del Movimento 5 Stelle, possa presentarsi tra qualche mese da Mattarella dicendo che il candidato premier che dovrà consultarsi con le altre forze politiche prima di formare il nuovo governo sarà Cicchetti Vincenzo o Frallicciardi Andrea Davide?
No. Non è possibile, perchè a vincere sarà l'unico candidato 5 Stelle conosciuto dalla base e dagli italiani, cioè Di Maio Luigi, unico dei cosiddetti "big" a presentarsi alle primarie. Infatti, se Di Maio Luigi dovrà confrontarsi con dei signori e delle signore Nessuno, chi mai potrà vincere le primarie?
Ovviamente Di Maio Luigi. Ed è per questo che molti hanno criticato e ironizzato questo "passaggio democratico" dei 5 Stelle verso il governo del Paese. In pratica, si tratta di primarie pilotate che devono consacrare il candidato che, da mesi, era stato indicato da Grillo come quello più adatto a ricoprire la carica di presidente del Consiglio in pectore.
E dato che tutti, ma proprio tutti sapevano come la pensava il capo, politico o meno come lo si voglia definire, gli altri "big" del partito hanno passato la mano e si sono ben guardati dal presentarsi alle primarie. Niente Roberto Fico e neppure niente Alessandro Di Battista che un pensierino da premier sembrava averlo fatto, ma che solo tra qualche giorno - in occasione del meeting del Movimento a Rimini - ci spiegherà perché ha rinunciato alla candidatura.
In attesa di ascoltare dalle stesse voci dei big 5 Stelle il perché non abbiano voluto infastidire Di Maio - una possibilità è che glielo abbia imposto Grillo, mentre l'altra è che Grillo gli abbia imposto di partecipare ma senza dimenticare che il loro ruolo avrebbe dovuto essere solo quello di comparse - quello che è sicuro è che il candidato premier è colui che, più di altri, si è dimostrato appiattito, se non prono, alle decisioni del capo, disposto in qualsiasi occasione ad arrampicarsi sugli specchi per giustificarne anche le dichiarazioni più assurde e contraddittorie.
Questa "devozione", che qualcuno non a torto potrebbe anche chiamare leccaculismo, ha pagato ed ecco che Di Maio Luigi, con "senso di reponsabilità" ha accettato la candidatura a premier. Infatti, parlare di primarie a questo punto è puro esercizio di stile, se non di ipocrisia.
L'ultima considerazione da fare è che, con Di Maio Luigi, i 5 Stelle hanno definitivamente imboccato un strada che guarda soprattutto a destra, cercando in questo modo di contendere voti alla Lega. Nato grazie al supporto degli elettori scontenti delle ipocrisie della sinistra, soprattutto quella radicale, i 5 Stelle, dopo aver vinto cinque anni fa al ballottaggio delle comunali di Parma grazie ai voti degli elettori di destra, hanno iniziato a virare la barra del movimento decisamente verso destra. Così ha voluto il capo.
Fedele interprete di questa linea - anche in considerazione di un notevole senso dell'opportunismo che da sempre ben si affianca a chiunque sia dedito alla pratica del leccaluismo - è sempre stato Di Maio Luigi. Ed allora che Di Maio Luigi possa essere, nonostante qualche difficoltà con la storia, la geografia e la coniugazione di verbi, il prossimo candidato premier per i grillini che con lui confidano di "riveder le stelle".