L'epidemia di Coronavirus che dall'inizio del 2020 si sta diffondendo in Cina non è (ancora) da considerarsi una pandemia.
Questo è quanto ha dichiarato martedì l'OMS, precisando che una pandemia è la diffusione mondiale di una nuova malattia, mentre degli oltre 20mila casi di coronavirus finora accertati, solo l'1% si è manifestato in Paesi al di fuori della Cina, il cui numero ad oggi ha toccato quota 31. Al momento, dal contagio sono stati esclusi i Paesi africani e sudamericani.
È invece 425 il numero di decessi in Cina, mentre una persona è deceduta a Hong Kong ed un'altra nelle Filippine.
Come ulteriori misure per contenere la diffusione dell'epidemia, Macao - regione a statuto speciale la cui amministrazione fa capo a Pechino, uno dei maggiori centri del gioco d'azzardo in Asia - ha annunciato che avrebbe temporaneamente chiuso tutti i suoi casinò, mentre si allunga la lista di Paesi che impongono restrizioni si ai cinesi che a coloro che hanno viaggiato di recente in Cina, come Taiwan che dallo scorso venerdì sta facendo Taiwan.
Tra le conseguenze dell'epidemia, iniziano a manifestarsi concretamente anche quelle economiche, con la coreana Hyundai che ha iniziato a chiudere i propri stabilimenti per la mancanza di componenti di provenienza cinese.
Ed a proposito di Cina, il Comitato permanente dell'ufficio politico del comitato centrale del Partito Comunista lunedì ha ammesso deficienze e ritardi nella gestione dell'emergenza sanitaria, decretando un "severo" giro di vite sui mercati dove viene venduta anche fauna selvatica, spesso illegalmente, come quello di Wuhan da cui si ritiene che il virus abbia avuto origine.