Boris Johnson continua perdere consensi e pezzi. Il risultato della sua gestione della pandemia è sotto gli occhi di tutti. Dopo aver tentato la via dell'immunità di gregge adesso deve correre ai ripari e sul tavolo non si esclude un lockdown dopo Natale. 

Inoltre, un paio di giorni fa, la candidata lib-dem Helen Morgan ha vinto le suppletive del North Shropshire, nelle West Midlands, togliendo ai conservatori un seggio considerato una loro roccaforte, dato che era in mano ai Tory da circa due secoli!

Ma per il premier inglese non è finita qua. Johnson ha dovuto ufficializzare la conferma delle dimissioni del ministro della Brexit, Lord Frost, anticipate ieri sera dal Mail on Sunday, che avrebbero dovuto rimanere segrete almeno fino a gennaio.

Frost, che ha negoziato l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue come ministro per la Brexit, avrebbe dato le sue dimissioni al premier una settimana fa, ma - secondo il tabloid - sarebbe stato convinto a rimanere in carica fino al prossimo mese.

Il motivo delle dimissioni? Le misure anti-Covid del premier, ultima goccia dopo mesi di crescente malcontento per gli aumenti delle tasse e il costo sbalorditivo delle politiche ambientali.

Nella lettera di dimissioni consegnata a Johnson Frost ha auspicato che la "direzione di marcia" del Regno Unito sia verso un'economia imprenditoriale con poche regole, bassa tassazione, con uno sguardo alle innovazioni scientifiche scienza moderna e a quelle sui cambiamenti economici.