La izquierda latinoamericana celebra il neo presidente Gabriel Boric, in Cile la sinistra è tornata a governare
È il 35enne candidato di "Apruebo Dignidad", Gabriel Boric, che con circa il 56% dei consensi si è aggiudicato il ballottaggio che lo vedeva contrapposto ad José Antonio Kast nelle elezioni presidenziali del Cile che si è svolto domenica.
Il Cile, dai tempi di Allende, torna così ad essere guidato dalla sinistra ed è avvenuto con Boric che ha superato al ballottaggio un candidato di estrema destra, che oggi si definisce sovranista, ma che nelle precedenti presidenziali del 2017, a cui aveva partecipato, si era presentato come l'erede del generale Pinochet.
I legami con il dittatore cileno derivano dalla sua famiglia... il padre era un nazista emigrato in Cile dopo la seconda guerra mondiale, mentre il fratello, Miguel Kast, economista della scuola di Chicago di Milton Friedman, è stato ministro del Lavoro dal 1980 al 1982 e direttore della Banca Centrale del Cile per alcuni mesi durante la dittatura militare di Augusto Pinochet.
Per questo, nel suo discorso, il neo presidente Boric ha ricordato la dittatura di Augusto Pinochet:
"Non può succedere di nuovo che in un giorno così importante e rilevante, le persone siano private, per qualsiasi motivo, dell’esercizio del loro diritto di voto... mai, per nessun motivo, potremo più avere un presidente che dichiari guerra al suo stesso popolo".
Il Paese latinoamericano è quello con le maggiori diseguaglianze economiche fra i membri dell'OCSE, con l'1% della popolazione che possiede un quarto delle ricchezze.
Per questo, nel suo programma, Boric si è impegnato a introdurre un welfare sociale di tipo europeo, sconosciuto nel Cile liberista, con la presenza di uno Stato garante per la sanità, l'istruzione, l'occupazione e le pensioni. La sua vittoria è doppiamente importante in considerazione del fatto che l'Assemblea costituente, i cui membri sono prevalentemente di sinistra, è impegnata a riscrivere la nuova Carta costituzionale che deve sostituire quella voluta a suo tempo da Pinochet.
Ma in Italia c'è chi non festeggia questa elezione: Matteo Salvini che in un video aveva dato il appoggio a Kast, augurandosi la sua vittoria perché il Paese potesse così avere "ordine e sicurezza, pace e giustizia, puntando sul lavoro e sul sostegno alle famiglie".
In pratica Matteo Salvini ha appoggiato il figlio di un nazista, che pochi anni fa si è dichiarato erede di Pinochet, un delinquente che ha assassinato almeno 3.000 persone, senza dimenticare quelle imprigionate e torturate per ragioni politiche.
E poi in Italia, nonostante i Borghezio, le Sardone e gli amici di Giorgetti, c'è chi sostiene che la Lega e il suo segretario non siano da considerarsi fascisti... forse perché dovremmo definirli golpisti?