"Approvato il decreto sblocca cantieri. L'avevamo promesso. Ora acceleriamo la realizzazione delle opere pubbliche, semplificando le norme, nominando commissari con adeguati poteri, andando sul territorio, cantiere dopo cantiere. Il Governo farà di tutto per far ripartire il Paese."

Così, entusiasticamente, il premier Conte ha commentato il via libera al decreto legge relativo a "disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici e misure per l'accelerazione degli interventi infrastrutturali" nel Consiglio dei Ministri che si è svolto mercoledì, in cui, tra l'altro, è stata indicata la data del 26 maggio per il voto alle europee.

Nel comunicato rilasciato dalla presidenza del Consiglio dove si riassumono i contenuti trattati e approvato dal Governo nel CdM di mercoledì mancano due termini che, invece, sono riportati nelle cronache di tutti i mezzi di informazione: "salvo intese".

Il decreto di cui enfaticamente Conte sbandiera l'approvazione è, in realtà, stato approvato "salvo intese". Che cosa significa? Che la mitica leva per la ripartenza di tutti cantieri esistenti in Italia, ovviamente bloccati dai precedenti governi, è alla fine dei conti poco più che una dichiarazione d'intenti, perché Lega e 5 Stelle non hanno ancora trovato l'accordo sui contenuti.

Già pochi giorni fa, nel decreto era presente una norma "condono" prevista all'articolo 37 bis, norma che poi è scomparsa nell'ultima versione e che, comunque, aveva creato polemiche tra i due contraenti del cambiamento, anche se nessuno ne aveva rivendicato la paternità. Una norma, evidentemente che si è auto generata e poi si è autodistrutta!

Ma i nodi sullo sblocca cantieri, che per Salvini nell'attuale versione redatta da Danilo Toninelli con la supervisione di Conte andrebbe però titolato blocca cantieri, sono rimasti anche alla fine del CdM. Così è stata aggiunta la formula salvo intese che rimette a future discussioni in Parlamento la sostanza di un provvedimento che, al momento, finisce per essere solo una dichiarazione d'intenti... nonostante gli squilli di tromba con cui era stato annunciato.

Prima il Tav, poi l'accordo con i cinesi per la via della seta, infine lo sblocca cantieri dimostrano tutte le difficoltà dell'attuale alleanza di governo. La perfetta intesa che le due forze politiche avevano fino a ieri, grazie soprattutto alla remissiva ed entusiastica dabbenaggine grillina, che ha consentito a Salvini di veder soddisfatta qualunque sua richiesta, adesso non è più tale. I 5 Stelle, dopo aver regalato voti ed elettori agli alleati, adesso non sono disposti a proseguire sul cammino dell'autodistruzione.

Quindi, l'allegra brigata del cambiamento è adesso meno allegra e per nulla unita. E se il Governo dovesse continuare su questa strada, va da sé che diventa difficile credere che l'attuale alleanza duri a lungo, nonostante le ottimistiche rassicurazioni di Salvini e Di Maio che da tempo evitano di farsi vedere insieme.

La crisi a dopo le europee?