L'ex presidente della Catalogna, Carles Puigdemont, dopo essere atterrato ieri sera ad Alghero per partecipare all'Aplec internacional adifolk, festa internazionale della cultura catalana, è stato arrestato e trasferito nel carcere di Sassari.

L'arresto è stato eseguito sulla  base di un mandato europeo emesso a suo tempo dal Tribunale Supremo, per reati contro l'ordine e la pubblica sicurezza, in pratica dopo il referendum per la separazione della Catalogna, voluto da Puigdemont a seguito della mancata ratifica degli accordi presi in precedenza con la Generalitat catalana da Zapatero e poi puntualmente disattesi da Rajoy.

Puigdemont oggi pomeriggio comparirà davanti al Presidente della Corte d'Appello di Sassari per la convalida dell'arresto e l'eventuale applicazione delle misure cautelari, in base all'ordinanza con cui il 30 luglio 2021 il vicepresidente del Tribunale generale della Corte di giustizia dell'Ue ha respinto la richiesta di sospensione della revoca dell'immunità parlamentare del leader indipendentista catalano. Provvedimento che  richiede il requisito dell'urgenza.

E a proposito del requisito dell'urgenza, la Corte di Giustizia dell'Unione Europea scriveva che non vi è motivo di ritenere che le autorità giudiziarie belghe o le autorità di un altro Stato membro possano eseguire i mandati d'arresto europei emessi nei confronti dei deputati e consegnarli alle autorità spagnole.

Così hanno riassunto l'ingarbugliata vicenda dal ministero della Giustizia, a Roma. Una vicenda che parrebbe dimostrare  che paradossi e ritardi della burocrazia non albergano solo in Italia.

Infatti, Puigdemont è un parlamentare europeo e gode dell'immunità diplomatica concessa ai parlamentari. Inoltre, il caso per cui è perseguito e che aveva portato all'arresto in Spagna di molti suoi colleghi di partito e parlamentari catalani è stato di recente amnistiato, tanto che coloro che erano stati arrestati e stavano scontando pene detentive in carcere sono stati da tempo liberati. Ma il Tribunale Supremo non ha annullato il mandato di cattura nei confronti di Puigdemont che, va ricordato, non è mai stato estradato in Spagna, né dalla Germania prima e né dal Belgio poi, dove tra l'altro risiede.

Un arresto oltretutto, come riporta il giornale catalano La Vanguardia, che ha colto in contropiede persino la Moncloa che per salvare le apparenze ha diffuso una nota in cui dichiara che Puigdemont "deve sottostare all'azione della Giustizia, esattamente come qualsiasi altro cittadino", ma che non può far piacere al premier Sánchez che adesso teme che quanto accaduto possa mandare all'aria tutti i progressi di distensione portati avanti finora nella questione catalana, a partire dalla concessione della grazia ai leader indipendentisti incarcerati dello scorso giugno, fino alla ripresa del dialogo con il presidente della Generalitat, Pere Aragonès, avvenuta la scorsa settimana.

E, come se non bastasse, adesso i catalani protestano anche contro l'Italia, manifestando sotto il consolato italiano a Barcellona!

Aggiornamento.
In giornata, la Corte d'Appello di Sassari ha deciso che Carles Puigdemont non dovrà essere sottoposto ad alcuna misura cautelare, ma al momento non potrà lasciare la Sardegna.

Questo è quanto ha stabilito, Plinia Azzena, giudice della Corte d'Appello di Sassari, accogliendo l'istanza della procuratrice generale Gabriella Pintus.

Il leader indipendentista ed eurodeputato era stato arrestato nella serata di ieri al suo arrivo in Sardegna e trasferito nel carcere di Sassari, da dove ha partecipato all'udienza in videoconferenza. 

Adesso, il tribunale dovrà decidere se concedere l'estradizione di Puigdemont come richiesto dalla giustizia spagnola, a meno che nel frattempo non intervenga un nuovo pronunciamento del Tribunale dell’Ue che riassegni l’immunità parlamentare all'ex presidente della Generalitat della Catalogna.