di Vincenzo Petrosino - Medico Chirurgo - spec. in Chirurgia Oncologica - Salerno.   Il sospetto che i primi casi di SARS-CoV-2 fossero già presenti all'inizio dell'anno erano forti.

Dall'Istituto dei tumori di Milano ci è giunta oggi notizia di una ricerca a firma di Giovanni Apollone che, analizzando circa un migliaio di persone asintomatiche partecipanti  allo screening  per il tumore al polmone  tra il settembre 2019 e marzo 2020, che ha rivelato che ben l'11 ,6% dei 959 partecipanti aveva sviluppato anticorpi contro il coronavirus.

Il 14% di questi anticorpi erano già presenti a settembre e il 30% nella seconda settimana di febbraio.

Questo fa pensare che questo virus, specialmente in Lombardia, circolasse già nel 2019.

Tra l'altro abbiamo più spesso sottolineato che questo piccolo virus Rna sia ancora poco conosciuto e in molti casi \si comporti abbastanza atipicamente. 

È di pochi giorni fa un'altra ricerca che indica che le lesioni indotte dal coronavirus sembrino permanere a lungo e dare luogo a strani agglomerati cellulari.

Così la collega Rossana Bussani:  “Il virus crea nel polmone una risposta che non ho mai visto prima in 30 anni di carriera, le cellule si "fondono", come magnetizzate, creando una sorta di nuova struttura, in modo assolutamente mai visto”.Dei macroelementi cellulari, talora realmente giganteschi, dati dalla fusione di svariate cellule. La presenza di una serie di cellule anormali, molto grandi e con molti nuclei, infettate dal virus anche dopo 30-40 giorni dal ricovero in ospedale. Queste cellule derivano dalla capacità della proteina Spike del virus (quella che conferisce alle particelle virali la caratteristica forma a corona) di stimolare la fusione delle cellule infettate con le cellule vicine”.www.thelancet.com/journals/ebiom/article/PIIS2352-3964(20)30480-1/fulltext


Non conosciamo ancora quali saranno le vere conseguenze per i casi di Covid guariti, oltre alla fibrosi e alla riduzione del tessuto alveolare. Certamente da verificare e studiare le fasi della post guarigione e degli esiti a breve e lungo termine (V.Petrosino ) 

Queste alterazioni cellulari non vorrei che rappresentassero  anche una induzione  o un qualsiasi processo facilitatorio verso processi neoplastici.

*** Questa è solo una mia ipotesi , un pensiero scientifico personale che viene fuori dall'analisi delle  varie notizie scientifiche che si susseguono.*** ( V. Petrosino )

Tra l'altro, processi infiammatori di questa portata, con alterazioni delle cellule non sarebbero sconosciuti quali cause successive di mutazioni e cancerogenesi. I virus, è  un fatto, in alcuni casi possono essere dei veri e propri agenti cancerogeni. Pertanto, non possiamo a mio giudizio ancora escludere moltissime conseguenza e neppure il fatto che il virus insieme ad altre noxe possa davvero darci la sgradita sorpresa di trasformazioni neoplastiche future.  (V. Petrosino )


A questa pagina il lavoro  scientifico del collega Giovanni Apollone:
journals.sagepub.com/doi/abs/10.1177/0300891620974755?journalCode=tmja