Sequestrate due petroliere dalla Guardia rivoluzionaria, ritorsione dell'Iran contro il Regno Unito
L'Iran, tramite la sua Guardia rivoluzionaria, venerdì ha sequestrato ben due petroliere britanniche, la Mesdar e la Stena Impero.
La Mesdar, pur battendo bandiera liberana, è di proprietà della Norbulk Shipping UK di Glasgow. Dopo essere stata abbordata da militari armati nel pomeriggio, le è stato poi concesso di riprendere la propria rotta con il proprio equipaggio, come confermato dallo stesso armatore.
È andata diversamente per la Stena Impero, nave di 30mila tonnellate battente bandiera britannica con 23 membri di equipaggio a bordo, il cui armatore ha dichiarato di non essere in grado di contattare.
Secondo quanto riportato dalla società Stena Bulk, proprietaria dell'imbarcazione, la petroliera è stata avvicinata alle 16 ora locale di venerdì da piccole imbarcazioni e da un elicottero, mentre si trovava in acque internazionali. Come è possibile vedere dall'immagine seguente, la petroliera è stata condotta verso l'isola iraniana di Qeshm, dove la Guardia rivoluzionaria iraniana ha una propria base.
Secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Tasnim, il sequestro sarebbe stato effettuato su segnalazione dell'autorità marittima iraniana per delle violazioni del codice di navigazione, indicando il porto di Bandar Abbas, per condurre le verifiche del caso.
L'agenzia di stampa della Guardia rivoluzionaria iraniana ha detto che la petroliera è stata sequestrata per aver spento il suo GPS in uscita dallo stretto di Hormuz, ignorando il divieto in tal senso.
Quanto accaduto ha il sapore di una ritorsione, dopo che il 4 luglio scorso il Regno Unito, tramite i Royal Marines, ha sequestrato vicino a Gibilterra una petroliera iraniana, la Grace 1, sospettata di aver violato le sanzioni dell'UE con l'accusa di trasportare petrolio verso ls Siria.
Si è detto preoccupato per il sequestro il ministro degli Esteri Hunt, in ballottaggio con Johnsonn per la leadership dei Tory e per quella del prossimo governo britannico, aggiungendo però che l'ambasciatore a Teheran è "in contatto con il Ministero degli Affari Esteri iraniano per risolvere la situazione" e di star lavorando a stretto contatto con i propri partner internazionali.