Esteri

L'omicidio di Al-Ata: il coniglio dal cilindro di Netanyahu per continuare a governare Israele

Con la solita mediazione dell'Egitto, durante la notte è stato raggiunto un cessate il fuoco tra israeliani e palestinesi della striscia di Gaza.

Un accordo che la Jihad islamica ha dichiarato essere entrato in vigore questa mattina, aggiungendo che "l'occupazione israeliana ha accettato le condizioni dettate dalla resistenza".


Quali sono le conseguenze dell'assassinio compiuto da Israele nei confronti di uno dei leader della fazione palestinese della Jihad islamica? Cerchiamo di elencarle di seguito.

Nell'escalation militare relativa all'omicidio di Al-Ata portato a termine con un raid dall'aviazione di Tel Aviv, con missili lanciati da Gaza nel sud di Israele a cui sono seguiti nuovi attacchi militari da parte dello Stato ebraico, oltre 50 in 48 ore, sono morti 34 palestinesi (113 quelli feriti), tra cui nella scorsa notte una famiglia di 8 persone, con 3 bambini. Tutto questo fino a poco prima che la tregua venisse annunciata. 63 i feriti di parte israeliana in seguito al lancio di missili.

Dal punto di vista politico, da parte dei palestinesi di Gaza, in un comunicato del 13 novembre Hamas dichiara che "la resistenza palestinese sta mostrando un senso unico di coordinamento sul campo, politico e mediatico, dimostrando così azioni forti per affrontare l'attacco israeliano e interrompere i disegni dell'occupazione israeliana".

Quindi, in base a quanto si legge, l'attacco di Israele ha avuto come risultato quello di compattare le fazioni palestinesi di Gaza. Non un grande risultato da parte del governo di Tel Aviv. Ma questo è probabile che possa essere stato considerato come il prezzo minimo da pagare, da parte di Netanyahu, per poter continuare, in futuro, a contare ancora qualcosa nella vita politica di Israele.

Infatti, in seguito a quanto accaduto, Netanyahu, considerato escluso fino a 48 ore prima dalla formazione del nuovo governo a guida Gantz, che si prospettava dovesse nascere come esecutivo di minoranza, ora sembra tornare prepotentemente in gioco, grazie alla destra e alla sinistra sionista che, facendo appello all'unità in un momento di emergenza nazionale, sembrano aver obbligato il leader di Blu Bianco a far entrare il Likud (il partito di Netanyahu) nel futuro governo.

In tal modo, si formerà quella grossa coalizione auspicata dall'ultrà nazionalista laico Avigdor Lieberman dopo il risultato delle ultime elezioni, un governo in cui ovviamente non avranno voce in capitolo i parlamentari della Lista Araba Unita, critici nei confronti dell'ultima operazione militare israeliana contro Gaza.

Ipotizzare che quanto accaduto possa essere frutto del caso e delle circostanze è quasi un insulto all'intelligenza.

Autore Giuseppe Ballerini
Categoria Esteri
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