Tregua nel nord della Siria? L'accordo unilaterale tra Turchia e USA è, in realtà, una legittimazione di fatto dell'occupazione del nord della Siria da parte di Ankara e delle milizie che sostengono la sua invasione.

Infatti, in tale accordo si concede unicamente alle FDS di ritirarsi al di sotto della fascia di sicurezza che i turchi hanno deciso di occupare come zona di intermediazione tra il confine meridionale turco e quello settentrionale siriano.

Non c'è un solo punto, come peraltro confermato dal ministro degli Esteri di Erdogan, nel quale la Turchia venga invitata o si impegni a mettere fine all'occupazione.

Il piano di tregua è in realtà un piano di distrazione di massa per confondere i media e l'opinione pubblica internazionale.... volendo ammettere che almeno i governi delle varie nazioni siano consapevoli della sua reale portata.

Le Forze Democratiche Siriane, dopo i primi festeggiamenti che si erano avuti nel Rojava, hanno annunciato che non vi era motivo alcuno per festeggiare e che l'accordo raggiunto non era in realtà una vera tregua. Le FDS, però, hanno sottolineato di cercare in ogni modo di rispettarla, anche per favorire l'evacuazione di civili e feriti dalle zone di guerra.

Ma il cessate il fuoco, che avrebbe dovuto entrare in vigore alle 22 di ieri, non c'è stato e stamani, come ieri, si continua a combattere anche, e soprattutto, nelle aree contese tra Tall Abyad e Ras al-Ain, nonostante si tratti di due zone al centro della tregua concordata tra Turchia e Stati Uniti. I turchi anche nella mattina del 18 ottobre continuano il loro attacco.

Nel frattempo Amnesty International ha ufficialmente accusato le forze militari turche e i miliziani dell'ESL di aver avuto, durante l'offensiva nel nord della Siria, un vergognoso disprezzo per la vita dei civili, compiendo gravi violazioni e crimini di guerra, tra cui esecuzioni sommarie e attacchi illegittimi in cui sono stati uccisi e feriti dei civili.