Durissime ieri alla Camera le parole contro Giuseppe Conte di Alessio Butti (Fratelli d'Italia): "E così si tenta il tutti a bordo, come la filastrocca che cantavamo da bambini: quella dei due coccodrilli che nel suo caso sono anche abbastanza voraci, dei piccoli serpenti che nel suo caso anche la lingua abbastanza biforcuta. Nel suo caso non c’è l’aquila reale ma ci sono il gatto, il topo e l’elefante sì, non manca più nessuno. E anche qui ha sbagliato perché ancora non si vedono i due liocorni che le avrebbero garantito la maggioranza numerica al Senato che ancora vagano in attesa di offerte nell’emiciclo di palazzo Madama".

Ecco allora come sono state interpretate dalla stampa.

Crisi di governo, Butti paragona Conte a Noé: "Ci sono il gatto, il topo e l'elefante ma le mancano i due leocorni"La crisi di governo come l’Arca di Noé. Il deputato di Fratelli d’Italia, Alessio Butti, nell’esternare come il suo partito non darà la fiducia al premier Giuseppe Conte, mette a paragone la canzone sugli animali e l’esperienza di governo Conte bis: “Dovrebbe sapere che la missione di Noè, quello vero, era salvare l’umanità dal diluvio universale, mentre lei sta pensando semplicemente a salvare se stesso e la sua maggioranza dal suffragio universale, cioè dal voto popolare. E così si tenta il tutti a bordo: come nella filastrocca, presidente la ricorda la cantavamo alle elementari. Quella dei due coccodrilli, che nel suo caso sono anche abbastanza voraci, dei piccoli serpenti, che nel suo caso hanno anche la lingua piuttosto biforcuta. Certo, nel suo caso non c’è l’aquila reale, però ci sono il gatto, il topo e l’elefante e non manca più nessuno. E invece anche qui è riuscito a sbagliare: perché ancora non si vedono i due liocorni che le avrebbero garantito la maggioranza numerica al Senato, che ancora vagano in attesa di offerte dell’emiciclo di Palazzo Madama. Basterebbe anche una telefonata di Mastella”, ha detto ironico Butti. (Huffingtonpost)

Attacco premeditato e nato a partire dalla canzone "I due liocorni"Ma che fine avranno fatto i due liocorni? Se lo sono chieste generazioni di bambini ma anche di adulti, deliziati dal ritornello di una delle canzoni più famose. Chi non conosce, infatti, la celeberrima «Ci son due coccodrilli e un orangotango, due piccoli serpenti, un’ aquila reale…»? Sono gli animali che, a coppie, salgono sull’ Arca di Noè. A mancare all’ appello, com’è noto, è proprio la coppia dei liocorni, per cui la loro fine dopo il diluvio rimane avvolta nel mistero. Ha compiuto 40 anni nel 2016 e non li dimostra “I due liocorni”. Continua a essere cantata – e ovviamente mimata – nei gruppi scout, a scuola e in parrocchia, negli oratori estivi ma anche nei villaggi turistici. Cliccatissima nelle versioni YouTube, incisa anche dal Piccolo Coro dell’Antoniano, è stata utilizzata dalla pubblicità e dalle sigle televisive. Molti sono ancora convinti che si tratti di un motivo nato dalla tradizione popolare e invece è stata composta nel 1976 “a quattro mani”, o forse anche di più, da un gruppo di ragazzi di Riccione appassionati di musica e legati a Comunione e liberazione. «Pensavamo a qualcosa che rendesse felici i bambini e che nello stesso tempo potesse servire ai catechisti e agli educatori per raccontare la storia di Noè e del diluvio universale», spiega Marina Valmaggi, cantautrice, musicologa e fondatrice delle editrici Rodaviva, che in quegli anni, con un gruppo di studenti e di amici, diede vita al gruppo degli Zafra. La canzone fu depositata da quello che ancora oggi figura come il suo autore, l’ingegnere riccionese Roberto Grotti, anch’egli appassionato di musica e compositore di brani religiosi (Che siano una cosa sola, per esempio, è sua), mentre proprio agli Zafra si deve la prima incisione che poi ne decreterà il successo (Famiglia Cristiana)