Quando, di fatto, manca ormai un anno a fine legislatura, le forze politiche iniziano a guardarsi intorno in vista delle prossime elezioni che, rispetto al passato, costituiscono un problema in più per molti partiti perché nel prossimo Parlamento ci saranno da spartire solo due terzi delle attuali poltrone.
Chi ne farà le spese saranno i cosiddetti peones, i primi ad essere gettati a mare nella compilazione delle liste alle prossime politiche, ma anche coloro che siedono ai vertici dei partiti vogliono esser certi di conservare la poltrona. Per questo le elezioni del capo dello Stato hanno fatto venire a galla tensioni e disaccordi sia tra alleati che all'interno dei singoli partiti... tutti.
Quali saranno gli scenari futuri? Tutto dipenderà dall'ennesima nuova legge elettorale che sarà sdoganata all'uopo... solo se lor signori riterranno più conveniente proporla - in funzione della convenienza del momento - per ottenere più vantaggi possibili in termini di consenso. Infatti, le leggi elettorali in Italia, dopo il cosiddetto "mattarellum", hanno avuto questo come caratteristica, unita a quella di "stracatafottersene" della rappresentatività... i politici ne hanno fatto una questione di principio, anche se rimane incomprensibile il perché gli italiani si prendano il disturbo di andare a votare. In ogni caso, se non vi sarà convenienza, rimarrà il "rosatellum"... l'ultima "porcata" in ordine temporale in ossequio alla tendenza inaugurata dal mitico Calderoli.
E allora, come si stanno organizzando i partiti che hanno una rappresentanza parlamentare in vista delle prossime politiche?
Gli attuali cespugli costituiti dai soliti fuggiaschi dai gruppi parlamentari in cui solo stati eletti, provano a diventare arbusti per trovare un consenso che adesso non esiste. Italia Viva (Renzi) e Coraggio Italia (Toti) hanno dei rappresentanti in Parlamento, ma fuori quanti sono coloro che li voteranno? Al momento, nessuno o quasi. I sondaggi li danno, insieme, tra il 3% e il 4%. Ma si tratta di numeri indicativi perché quelle forze politiche non sono mai state testate in una elezione e il campione (un migliaio di persone di cui solo una parte accetta di rispondere ai quesiti) ha un margine di errore superiore al loro presunto consenso attuale.
Per questo Matteo Renzi e Giovanni Toti si sono appattati per costituire l'ennesimo soggetto politico, "Italia al Centro", che nascerà dalla federazione tra Italia Viva e Coraggio Italia, con la speranza che altri vogliano aggregarsi, anche se Calenda non sembra neppure pensarci, mentre Forza Italia deve ancora decidere il da farsi.
Questa l'ultima esternazione di Silvio Berlusconi: "Forza Italia vuole e deve essere protagonista del rinnovamento del centrodestra alternativo alla sinistra. Un centrodestra che sarà chiamato a governare dalla maggioranza degli italiani in occasione delle prossime elezioni Politiche. L’azione di governo non potrà che essere ispirata ai valori del Ppe: europeismo, atlantismo, garantismo, libertà e cristianesimo. L’anno che ci separa dal voto dovrà vedere Forza Italia impegnata a sostenere il governo al fine di risolvere i problemi che interessano agli italiani: lotta al coronavirus, riforme del fisco, della burocrazia e della giustizia, attuazione del Pnrr e di politiche finalizzate a contrastare l’inflazione e a ridurre il costo dell’energia, dal momento che imprese e famiglie sono costrette a pagare bollette insostenibili".
Dopo che Giorgia Meloni ha sciolto la precedenza alleanza di centrodestra l'ex cavaliere osserva e aspetta ad esprimersi, mentre il suo ex alleato Salvini rilancia proponendo il "trumpismo" come modello, che lui impropriamente chiama Partito repubblicano degli Stati Uniti:"Si può dire che in Italia allo stato esiste una coalizione del centrodestra. ... E allora oggi andrebbe ricostruita ma guardando al futuro: anima, valori, ideali e grandi obbiettivi comuni per costruire il sogno del nostro futuro. Qualcuno però in queste ore sta cercando questo sogno con Renzi e Mastella, per miope piccolo interesse particolare. Ma non sono certo quelli la nostra identità e il nostro grande obbiettivo per il futuro. Io ho indicato il modello del Partito Repubblicano americano dove si sta insieme confederandosi e mantenendo le proprie identità ma si condividono ideali di fondo ed obbiettivi per il futuro e in nome di questi si è capaci di eleggere insieme un presidente come Donald Trump. Mentre nessuno penserebbe di andare con Renzi e Mastella solo per farsi rieleggere. La ricostruzione del centrodestra o della destra che dir si voglia è una scommessa che io mi sento ancora di fare e di sforzarmi di giocare. Ma deve essere chiaro che, comunque vada, la Lega c’è e ci sarà sempre e che la condivisione di ideali, valori e obbiettivi sul futuro deve essere autentica, reale, profonda. Se invece l’obbiettivo altro non è che la ricerca dell'accordo sui collegi con Mastella non mi interessa".
Giorgia Meloni, per il momento, si chiama fuori dai giochi, incassando i consensi derivanti dall'interpretazione della "coerente tradita" e continua su tale strada (per il momento):"Mentre i partiti della maggioranza pensano a dar vita ad alleanze innaturali per sopravvivere alle prossime elezioni e a nuove leggi elettorali pur di rimanere incollati alle poltrone, famiglie e imprenditori subiscono l'ennesima mazzata dovuta al rincaro di luce di gas. L'esecutivo è totalmente discostato dalla realtà e a pagarne le conseguenze sono sempre e solo gli italiani".
Anche Giuseppe Conte, presidente dei 5 Stelle, ignora la fronda interna capeggiata da Di Maio, per far credere che lui si stia occupando solo di cose serie:"Sanità, carobollette e lotta alla precarietà. Le urgenze del Paese, le urgenze del MoVimento 5 Stelle".
Ma il neo-statista, pluriministro, Luigi Di Maio, ha invece altre necessità. Così, come un Renzi qualunque, ha promesso chissà che cosa ad una parte dei parlamentari grillini, che adesso dicono di sostenerlo, e ha iniziato a far la voce grossa all'interno del movimento chiedendo chiarimenti di cui nessuno ancora ha capito il senso... se non in futura chiave elettorale. Di Maio, che improvvisamente è diventato un diplomatico di provata esperienza per le forze politiche che lo deridevano - giustamente - per le sue lacune storiche e geografiche, va umanamente capito. Facendo credere di essere un politico si è inventato un mestiere e da disoccupato senza prospettive dal 2013 ha uno stipendio da migliaia di euro ed è sulle prime pagine dei giornali un giorno sì e l'altro pure. Voi sareste in grado di rinunciare a tutto questo per ritornare a vender bibite in uno stadio?
Ed ecco così che si agita perché vuole garanzie da Conte per aver uno stipendio anche nella prossima legislatura e vuole cautelarsi con delle alternative nel caso Conte non voglia o non sia in grado di offrirglielo.
Come si può capire da tutto questo, la situazione politica è fluida, instabile, a partire dagli stessi protagonisti appena citati. Tutti parlano di responsabilità, contingenze, bollette, PNRR... perché devono far credere che questi siano i loro primi pensieri. In realtà, si stanno scervellando su come mantenere una poltrona ed il lauto stipendio ad essa collegato, anche al prossimo giro. Ed il perché gli italiani si affannino a votarli è sempre di più un mistero.