Pandemia a metà settembre: il contagio riprende "anche" in tutta Europa
Gli ultimi aggiornamenti dal "mondo" della pandemia disegnano un quadro a tinte fosche per quanto riguarda il futuro andamento del contagio.
In Europa, che finora sembrava aver ostacolato il contagio in maniera sufficiente, il coronavirus ha ripreso a circolare ed in alcuni Paesi la sua diffusione è maggiore rispetto a quella registrata nella scorsa primavera... almeno in base ai tamponi effettuati. Nella realtà, si sta quasi sicuramente riproponendo lo stesso scenario di alcuni mesi fa con l'unica differenza che adesso sappiamo cosa sta accadendo, mentre prima non lo sapevamo.
L'allentamento delle misure di confinamento ha fatto ritenere ai soliti cretini, con l'aiuto di dichiarazioni fuorvianti da parte di medici politicizzati e irresponsabili, che il peggio fosse alle spalle e che il Sars-CoV-2 fosse catalogabile solo come evento storico. Il periodo estivo ha poi fatto il resto.
Il contagio si è esteso ad una popolazione con fascia di età fino a 40 anni. Queste persone, asintomatiche, hanno portato e stanno portando il contagio all'interno dei nuclei familiari dove vi sono persone più anziane che, progressivamente, si ammaleranno e cominceranno ad "intasare" nuovamente gli ospedali. La riapertura delle scuole non farà che peggiorare lo stato delle cose.
In Israele, a causa dello Yom Kippur, festività in occasione della quale le famiglie ebree si riuniscono, si è scelto di andare nuovamente in lockdown per tre settimane a causa degli oltre 4mila nuovi casi di contagio ogni 24 ore.
In Gran Bretagna le cose non vanno meglio ed il Governo, per ora, cerca delle misure alternative al lockdown del Paese con restrizioni, che vietano le riunioni familiari e limitano l'apertura dei locali, che al momento riguardano soprattutto il nord e il nord ovest del Paese.
In Francia, i nuovi casi giornalieri sono oltre 13mila e anche lì non si vuol sentir parlare di una nuova chiusura del Paese, e ci si limita a misure restrittive che, dopo alcune città nel sud della Francia, dalla prossima settimana inizieranno ad interessare anche la capitale.
In Spagna le cose non vanno meglio, con i casi di contagio che adesso hanno superato quota 640mila, mentre il tasso di infezione nella regione di Madrid continua a correre, tanto che adesso è due volte maggiore rispetto alla media nazionale.
Per questo, da lunedì, 37 dei distretti sanitari tra i più colpiti in quell'area saranno soggetti a nuove regole di contenimento, con i residenti che potranno lasciare le loro abitazioni solo per andare al lavoro, a scuola o per andare dal medico o in farmacia. Saranno consentite riunioni con un massimo di 6 persone, i parchi pubblici saranno chiusi e le attività commerciali dovranno chiudere entro le 22.
Ma anche in altri Paesi d'Europa le cose non vanno meglio.
A Dublino, in Irlanda, i ristoranti non potranno servire i clienti all'interno dei locali, mentre tutti i viaggi non necessari sono sconsigliati.
Anche in Danimarca i raduni pubblici sono stati limitati ad un massimo di 50 persone e anche lì bar e ristoranti dovranno chiudere anticipatamente.
Invece in Islanda, a Reykjavik, locali di intrattenimento e pub saranno chiusi durante il fine settimana.
Nuove restrizioni saranno prese nei Paesi Bassi, e riguarderanno anche città come Amsterdam e Rotterdam, e in Grecia, dove ad essere interessata sarà la capitale Atene.
Nel resto del mondo le cose non vanno meglio. In Russia il contagio riprende a crescere, in India non è mai sceso, tanto che ha raggiunto quasi i 100mila nuovi casi ogni 24 ore, anche se la fascia d'eta della popolazione interessata non è alta e il numero di morti è in percentuale contenuto.
In Brasile, anche se i numeri sono sempre alti, la tendenza del contagi è in diminuzione. Negli Stati Uniti, invece, dopo che all'inizio di settembre i casi giornalieri di coronavirus sembravano aver imboccato la strada di una lenta e progressiva diminuzione, adesso sembrano destinati a salire nuovamente.
In questo caso, la responsabilità è da attribuirsi all'amministrazione Trump e alle imminenti elezioni presidenziali, dove l'attuale presidente cerca il rinnovo del mandato. Dopo aver criminalmente nascosto la pericolosità del contagio, Trump ha spinto per una riapertura anticipata del Paese e adesso vuol far credere, in vista del voto, che presto, grazie a lui, negli Stati Uniti si ritornerà alla normalità annunciando che un vaccino sarà disponibile già all'inizio di novembre (cioè in corrispondenza del voto) e che entro pochissimo tempo sarà possibile vaccinare già 100 milioni di americani, un terzo della popolazione.
Naturalmente, alcuni si chiedono come ciò sia possibile, quando uno dei vaccini che dovrebbero essere pronti in breve tempo deve essere distribuito e inoculato senza interrompere la catena del freddo fissata a -80° centigradi che ne preserva l'efficacia... ma nn le persone disposte a votare Trump.
Nel frattempo, il presidente Usa promuove raduni e comizi dei suoi elettori che si ammassano in luoghi chiusi e senza mascherina, di certo contribuendo a promuovere il contagio, con i nuovi casi che negli Stati Uniti si avvicinano ormai ai 6,8 milioni, mentre i morti sono quasi 200mila!