Camminiamo insieme contro la violenza: in memoria di Giulia Cecchettin, per tutte le donne e in solidarietà con le donne africane
Carissime Donne,
Oggi, nel 2023, mi rivolgo a voi con il cuore colmo di impegno e determinazione, richiamando alla memoria un capitolo fondamentale della mia vita che ha plasmato il mio impegno contro la violenza nei confronti delle donne. Nel 2016, ho avuto l'onore di partecipare alla Conferenza Europea a Manchester, rappresentando con fierezza il Comitato UN Women UK. In quell'occasione, ho sentito la potenza dell'unione di voci provenienti da ogni angolo del mondo, tutte unite nell'affermare un messaggio chiaro: la violenza di genere non può e non deve essere tollerata.
La mia adesione a comitati contro la violenza sulle donne è stata ispirata dalla convinzione che ognuna di noi ha il diritto inalienabile di vivere senza paura, violenza o intimidazione. Ricordo con commozione la mia presenza, molti anni fa, nella trasmissione "Quarto Grado", dove ho testimoniato e sostenuto la tutela delle donne vittime di violenza. In quei momenti, ho avvertito la forza della solidarietà femminile e la necessità di elevare la voce contro qualsiasi forma di maltrattamento.
Il motivo della mia lettera oggi è intriso di dolore e rabbia, poiché riflettiamo sulla tragica perdita di Giulia Cecchettin, vittima di un crudele atto di violenza da parte del suo ex fidanzato. Questo evento tragico ci ricorda crudamente quanto lavoro debba ancora essere fatto per proteggere le donne da situazioni simili. Oggi più che mai, dobbiamo unirci in un coro di voci per alzare il livello di consapevolezza e per promuovere azioni concrete contro la violenza di genere. In Africa nelle comunità africane, le donne sono spesso vittime di violenza fisica, sessuale e psicologica. La mancanza di risorse, l'accesso limitato all'istruzione e le norme culturali dannose contribuiscono a creare un ambiente in cui la violenza è perpetuata e spesso tacitamente accettata. È nostro dovere, come membri di una comunità globale, alzarci a difesa di queste donne e agire con urgenza per porre fine a questa ingiustizia.
In questo contesto, desidero sollecitarvi ad utilizzare la nuova app "YouPol", della Polizia di Stato, uno strumento prezioso che consente di denunciare episodi di violenza in forma anonima. Questa applicazione offre una piattaforma sicura per le donne che, per troppo tempo, hanno sopportato il peso del silenzio. Vi invito a diffondere questa informazione in modo che possa raggiungere il maggior numero possibile di donne che potrebbero beneficiarne.
Inoltre, voglio lanciare un appello a tutti voi: pubblicate una foto delle scarpette rosse sulle vostre pagine social. Questo gesto simbolico rappresenta il nostro rispetto e impegno per tutte le donne che hanno subito violenza e, purtroppo, per coloro che hanno perso la vita a causa di queste tragiche circostanze.
Vi esorto a raccontare le vostre storie, a sollevare la vostra voce contro qualsiasi forma di abuso e a sostenere le vittime affinché possano trovare il coraggio di rompere il silenzio.
Insieme, dobbiamo collaborare per cambiare le norme sociali dannose, promuovere l'istruzione delle donne e fornire risorse e supporto alle vittime di violenza. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo sperare di creare un futuro in cui ogni donna, indipendentemente dalla sua provenienza, possa vivere senza paura e in piena dignità.
Insieme possiamo fare la differenza!
"Denunciamo la violenza, sosteniamoci a vicenda, e lavoriamo instancabilmente per costruire un mondo in cui tutte le donne possano vivere libere dalla paura".
Le scarpette rosse sono un richiamo visivo alla violenza di genere e una dimostrazione del nostro impegno a camminare al fianco di tutte le donne che lottano contro questa piaga. Condividete la vostra foto con l'hashtag #ScarpetteRosse, e con l' hashtag #Stopviolenzacontroledonne affinché il nostro messaggio di solidarietà possa raggiungere e ispirare molte altre persone in tutto il mondo.