Non c'è tregua che tenga: Aleppo continua ad essere bersaglio di raid aerei continui, una strage infinita di cui poco si parla.

La conta delle vittime continua inesorabile: sono 80 i civili deceduti nell'ultima incursione in ordine di tempo; tra questi, molti sono bambini.

Secondo la televisione panaraba Al Jazira i raid sono costanti, firmati dalle forze governative e dalla Russia. La tregua - scaturita dagli accordi Usa Russia lo scorso 9 settembre - è durata una sola settimana:  l'esercito siriano l'ha data per conclusa dopo decine di violazioni e la mancata consegna degli aiuti umanitari. 

LA DIPLOMAZIA LATITA

Non vi sono prese di posizione in seno alla diplomazia mondiale per tentare di arginare questo massacro: ancora ieri - a margine dell'Assemblea generale dell'Onu - il tavolo imbastito tra le due superpotenze, per trovare i margini di attuazione di un nuovo cessate il fuoco, ha dato esito negativo.

L'inviato Onu per la Siria, Staffan de Mistura, ha parlato di colloqui "dolorosi e deludenti".  Con inusitata franchezza, il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha detto che "non e' successo niente". "Ci siamo scambiati idee con i russi e prevediamo di tornare a consultarci domani", ha confermato il segretario di Stato americano, John Kerry. Poi però non ha nascosto la sua delusione: "Non sono meno determinato di ieri, ma sono un po' più frustrato". 

OFFENSIVA DI TERRA

Per ora c'è una sola certezza, quella sulla strategia: i continui raid aerei si sono intensificati nelle ultime 24 ore nei distretti di Al Kalasa, Al Qateryi, Bab al Nairab, Al Maadi y Al Ferdus per preparare una possibile offensiva di terra: obiettivo, conquistare il quartiere di Al Sukari e tutte le aree che restano in mano ai ribelli di Al  Ameria y Al Sheij Said.