Esteri

Biden conquista la Georgia ed è ormai ad un passo dal diventare il nuovo presidente degli Stati Uniti

In questi minuti in Georgia, dove manca meno del 2% di schede da scrutinare (tutte arrivate per posta), Joe Biden ha azzerato lo svantaggio che lo separava da Trump, superandolo di un migliaio di voti. Considerando l'andamento dello scrutinio di quella tipologia di voti, è logico ritenere che Biden nelle prossime ore si aggiudicherà deefinitivamente i 16 delegati di quello Stato, portando il numero di quelli da lui conquistati a 269.

A quel punto, per Biden sarà sufficiente aggiudicarsi i delegati in uno qualunque degli Stati in cui il conteggio delle schede sta proseguendo (Alaska, Nevada, Arizona, Pennsylvania, North Carolina) per diventare ufficialmente il nuovo presidente eletto degli Stati Uniti d'America. 

In due degli Stati sopra citati, Nevada e Arizona, Biden è in vantaggio, mentre in Pennsylvania sta recuperando lo svantaggio e, a meno di sorprese, riuscirà ad aggiudicarsi anche quei delegati.

Vista la piega che stava prendendo lo spoglio delle schede, ieri sera Trump ha tenuto un discorso alla Casa Bianca dichiarando di essere il vincitore delle elezioni per aver ottenuto più consensi dai voti espressi in presenza. I voti inviati per posta, almeno dove stanno ribaltando il precedente risultato, sono da considerarsi falsi, truccati, inventati, contraffatti - o qualsiasi altro sinonimo possa essere associabile al termine truffa - e per tale motivo si rivolgerà alla Corte Suprema per annullare il conteggio dei voti arrivati per posta.


Quali fossero le prove delle sue accuse non è dato sapere. Trump non le ha mostrate e non ha neppure detto di averle. Inutile parlare dello sconcerto rilasciato dalle sue dichiarazioni su una parte degli americani, che hanno iniziato a deriderlo...


Il guaio, però, è che ci sono pure degli americani, non pochi e armati, che lo prendono sul serio. Sono quelli che hanno iniziato a dire di non essere disposti a vivere in un regime comunista come quello di Biden! Sono quelli a cui si rivolge Breitbart che sul proprio sito titola che Trump è pronto alla Guerra, senza specificare se si riferisca o meno ad una battaglia legale.

Senza voler essere melodrammatici, il timore (reale) è che i seguaci di Trump possano mettere in atto una rivolta nel momento in cui Biden avrà ufficialmente conquistato i 270 delegati necessari per diventare il nuovo presidente degli Stati Uniti. A quel punto, gli oppositori di Trump non starebbero a guardare. 

Trump, la stampa che lo appoggia e il partito repubblicano non fanno nulla per evitare che ciò possa accadere... piuttosto sembrano far di tutto perché accada. 

Quel che è certo è che gli Stati Uniti in questo momento non sono più la più grande democrazia del mondo, ammesso che lo siano mai stati. 

Autore Antonio Gui
Categoria Esteri
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