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Azzurri fuori dai Mondiali, gli italiani sono disperati

Russia 2018 addio: Italia-Svezia finisce 0-0 e sfuma così il sogno Mondiale. Allo stadio San Siro lo spareggio è una disfatta per gli Azzurri che escono fuori dalla competizione del prossimo anno. E' la prima volta da 60 anni che l'Italia non si qualifica per la fase finale della Coppa del Mondo. Ovviamente, secondo i leader del Carroccio e di Fratelli d’Italia, la débâcle dell’Italia a San Siro ha un’origine univoca: gli “stranieri in campo”. “#STOPINVASIONE e più spazio ai ragazzi italiani, anche sui campi di calcio”, ha twittato lunedì sera Matteo Salvini.

“Riprendo le parole dell’allenatore della Ternana: con un po’ meno di stranieri in campo nelle giovanili e nei campionati di A, B e C probabilmente ci sarebbe una nazionale più competitiva”, aveva anticipato qualche ora prima il segretario della Lega, “ispirato” appunto dal ct della Ternana Sandro Pochesci che dopo il ko degli Azzurri a Stoccolma, durante una conferenza stampa show, aveva sostenuto che “oltre ad avere perso contro una squadra di profughi, ci siamo fatti pure menare. Ma che siamo diventati tutti ‘pariolini’? Il calcio italiano è finito. Ecco cosa accade a portare tutti questi stranieri in Italia: non c’è più un italiano che mena”. Questi i fatti interpretati dal leader del partito che usa il tricolore in maniera igienica.

Gli italiani, giustamente, sono disperati. Disperati? Forse sarebbe il caso che gli italiani diventassero un popolo serio. La nazione è in ginocchio. Arrivano governi incredibili che creano “esodati”. Che non fanno andare in pensione. Che non danno da lavorare ai ragazzi. Con casi di malasanità che sono dovuti solo, escluso l’evento delinquenziale, ai tagli insopportabili. Bisogna comprare la carta igienica per le scuole. Ne arriva un altro, di governo, e azzera l’articolo 18 e regala 80 euro per “fare amicizia”. Berlusconi, dopo vent’anni di barzellette è ancora lì che chiede tempo per raccontarne altre. E poi… Basta così. Il resto è conosciuto. Ma come, gli italiani sono disperati per dei milionari che tirano calci a un contenitore pieno d’aria? Di fronte a questo scempio? Segnassero almeno…!

E' tempo di usare quell’energia guerriera che si spreca nelle curve per pretendere i propri diritti e, il calcio, andarselo a vedere nei campetti di periferia. Dove c’è la giusta dimensione anagrafica: signori smettetela di giocare a fare gli spettatori. Siete adulti. I cosiddetti calciatori, adulti anche loro, cerchino di guadagnarsi il pane sul serio. Con un’attività che possa chiamarsi lavoro. Lasciate la palla ai bambini. E smettetela pure di dire che ho vissuto “nell’era di Totti”. “Nell’era di Totti”? Uno può aver vissuto nell’era dei Rolling Stones, nell’era di Armstrong e Aldrin, nell’era di Marx, nel secolo dei lumi e in quello della caduta del Muro. Non in quella di Totti!

Autore enricostrada
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