Politica

Entro agosto i soldi della terza rete del Pnrr, ma c'è scetticismo sui "definanziamenti" del Governo

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, venerdì 28 luglio:

La Commissione europea ha approvato oggi una valutazione preliminare positiva di 54 traguardi e obiettivi collegati alla terza richiesta di pagamento dell'Italia nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza, lo strumento centrale di NextGenerationEU. Ha inoltre approvato la revisione mirata del piano dell'Italia, relativa alla quarta richiesta di pagamento.La terza richiesta di pagamento dell'ItaliaIl 30 dicembre 2022 l'Italia ha presentato alla Commissione una terza richiesta di pagamento sulla base dei traguardi e degli obiettivi stabiliti nella decisione di esecuzione del Consiglio. Valutati gli elementi di prova forniti dalle autorità italiane, la Commissione ha ritenuto che 39 traguardi e 15 obiettivi fossero stati conseguiti in modo soddisfacente.La valutazione non ha incluso l'obiettivo relativo al numero di nuovi posti letto negli studentati, che l'Italia ha chiesto di modificare e di sostituire con un traguardo relativo all'aggiudicazione dei contratti iniziali per la creazione di tali posti. Il traguardo sarà convogliato nella quarta richiesta di pagamento. L'importo ascritto all'obiettivo (519,5 milioni di € in prestiti) sarà trasferito alla quarta rata una volta che il Consiglio avrà approvato la proposta di decisione di esecuzione del Consiglio.I 54 traguardi e obiettivi che sono stati conseguiti in misura soddisfacente dimostrano che l'Italia ha compiuto progressi significativi nell'attuazione del piano di ripresa e resilienza, predisponendo ampie riforme trasformative in tema di diritto della concorrenza, ordinamento giudiziario, pubblica amministrazione e fisco, istruzione, mercato del lavoro e sistema sanitario. La richiesta di pagamento riguarda anche investimenti volti a promuovere la transizione digitale e verde e a migliorare il sostegno a ricerca, innovazione e istruzione.

La revisione mirata del piano da parte dell'ItaliaL'Italia ha chiesto di apportare modifiche mirate alle misure incluse nel piano ai fini della quarta richiesta di pagamento. La Commissione ha oggi adottato una valutazione positiva della richiesta.Le modifiche mirate vertono su: accelerazione e priorità degli interventi di efficienza energetica nell'ambito del cosiddetto "superbonus"; ampliamento e sviluppo di strutture per l'infanzia; sviluppo dell'industria spaziale; industria cinematografica (in particolare Cinecittà); trasporto sostenibile; promozione e ecologizzazione del settore ferroviario; sostegno alle attività di ricerca e sviluppo nel settore industriale; sostegno finanziario all'imprenditoria femminile; promozione del settore delle organizzazioni senza scopo di lucro nelle regioni meridionali, anche a fini di istruzione e formazione. Alcune modifiche correggono invece errori materiali. Come già accennato, alla quarta richiesta di pagamento sarà aggiunto un nuovo traguardo relativo ai nuovi posti letto negli studentati.Valutate le modifiche proposte dall'Italia, la Commissione ha concluso che il piano italiano continua a soddisfare i criteri stabiliti nel regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza. È importante sottolineare che la Commissione ha constatato che, data la natura mirata, le modifiche non alterano l'ambizione generale del piano.

Prossime tappeIn linea con gli articoli 21 e 24 del regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza:riguardo alla terza richiesta di pagamento dell'Italia, la Commissione ha ora sottoposto per parere al comitato economico e finanziario la valutazione preliminare positiva dei traguardi e degli obiettivi che l'Italia ha conseguito in modo soddisfacente. La valutazione definitiva della Commissione dovrà tenere conto del parere del comitato, che deve esprimersi entro quattro settimane. Ricevuto il parere del comitato sulla valutazione preliminare positiva, la Commissione adotterà la decisione sul pagamento tramite comitato, secondo la procedura d'esame. Una volta che la Commissione avrà adottato la decisione, sarà sbloccato il pagamento di 18,5 miliardi di € all'Italia;riguardo alla revisione mirata del piano da parte dell'Italia, il Consiglio dispone ora, in via di principio, di quattro settimane per adottare l'approvazione da parte della Commissione delle modifiche della quarta richiesta di pagamento proposte dall'Italia.La Commissione valuterà le ulteriori richieste di pagamento dell'Italia sulla base del conseguimento dei traguardi e degli obiettivi definiti nella decisione di esecuzione del Consiglio, rispecchiando i progressi compiuti nell'attuazione degli investimenti e delle riforme.La Commissione esorta vivamente tutti gli Stati membri, Italia compresa, ad attuare il piano di ripresa e resilienza nei tempi previsti.Gli importi erogati agli Stati membri sono pubblicati nel quadro di valutazione della ripresa e della resilienza, che riporta i progressi dell'attuazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza.

Dichiarazioni di membri del CollegioLa Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato: "L'Italia ha compiuto progressi notevoli nell'attuazione delle riforme e degli investimenti fondamentali inclusi nel piano di ripresa e resilienza: riformare la sanità, la giustizia e il fisco; investire nella digitalizzazione dei servizi pubblici e nel miglioramento della sostenibilità dei trasporti pubblici; adottare una legge sulla concorrenza foriera di nuove possibilità di prosperare per le imprese. Una volta che anche gli Stati membri avranno dato il via libera, l'Italia riceverà 18,5 miliardi di € nell'ambito di NextGenerationEU. Oggi la Commissione ha approvato anche le modifiche mirate del piano proposte dall'Italia nella prospettiva della quarta richiesta di pagamento. La Commissione resterà a fianco dell'Italia lungo tutto il percorso per garantire che il piano sia un successo italiano ed europeo. Avanti tutta, con Italia Domani."
Contesto
Il piano per la ripresa e la resilienza dell'Italia prevede un'ampia gamma di investimenti e riforme organizzati in sei aree tematiche (dette "missioni"). Il piano vale complessivamente 191,6 miliardi di €, (69 miliardi di € in sovvenzioni e 122,6 miliardi di € in prestiti), il 13% dei quali (9 miliardi di € in sovvenzioni e 15,9 miliardi di € in prestiti) è stato erogato all'Italia a titolo di prefinanziamento il 13 agosto 2021. A questo si è aggiunta l'erogazione, il 13 aprile 2022, di un primo pagamento del valore di 21 miliardi di € e, il 9 novembre 2022, di un secondo pagamento del valore di 21 miliardi di €.I pagamenti nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza sono basati sulle prestazioni e subordinati all'attuazione da parte degli Stati membri degli investimenti e delle riforme previsti nel rispettivo piano per la ripresa e la resilienza.

 Riassumendo, il governo Meloni (e non il governo Draghi) a fine dello scorso anno, tramite il ministro Fitto, aveva chiesto all'Europa i soldi per la terza rata del Pnrr. In primavera il governo Meloni, con ministri, sottosegretari e parlamentari della maggioranza, aveva annunciato in ogni occasione che i soldi della terza rata erano ormai in arrivo... una questione di ore, che poi è diventata una questione di giorni, di settimane... e infine di mesi. 

Dopo l'ennesima valutazione che potrebbe forse richiedere un altro mese di tempo, il più che annunciato saldo della terza rata arriverà finalmente in Italia. Nonostante ciò...

Giorgia Meloni, presidente del Consiglio:

"Sono molto soddisfatta della decisione di oggi della Commissione europea, che ha deliberato il pagamento della terza rata del PNRR e ha approvato le modifiche proposte dal Governo sulla quarta rata. Un grande risultato che consentirà all'Italia di ricevere i 35 miliardi di euro previsti per il 2023 e che è frutto dell'intenso lavoro portato avanti in questi mesi. Continueremo a lavorare in questa direzione nell'interesse dei nostri cittadini, delle nostre famiglie e delle nostre imprese".

Raffaele Fitto, Ministro Politiche Europee, PNRR, Coesione e Sud: "Accogliamo con grande soddisfazione le decisioni prese, oggi, dalla Commissione Europea ed esprimiamo anche grande apprezzamento per le parole della Presidente Von der Leyen. La valutazione positiva della Commissione sulla terza richiesta di pagamento e la contemporanea proposta relativa alle modifiche di alcune misure della quarta rata, una volta approvata dagli Stati membri, consentiranno all’Italia di ricevere entro quest’anno il totale di 35 miliardi di euro previsti dal PNRR [non è affatto così, visto che anche i risultati della quarta rata saranno sottoposti a valutazione, ndr]. Le decisioni prese oggi sono il risultato di un lungo confronto costruttivo tra il governo italiano e la Commissione europea, e il frutto di un eccezionale lavoro svolto dai nostri uffici e da tutte le amministrazioni coinvolte. Continueremo la stretta cooperazione con la Commissione europea sulle modifiche della restante parte del Piano, incluso il nuovo capitolo REPowerEU".

Il "fantastico" risultato ottenuto dal governo Meloni è arrivato a seguito della rinuncia di 15,9 miliardi di euro di finanziamenti.

"Sulla scorta della ricognizione effettuata - fa sapere Fitto - il Governo ha adottato un approccio preventivo di analisi e soluzione delle circostanze rilevanti e delle criticità per l’attuazione del Piano, al fine di individuare per tempo i problemi e garantire il raggiungimento del risultato con gli strumenti appropriati", allegando una tabella in cui "illustra le misure per le quali si propone il definanziamento dal Pnrr". 

Naturalmente Meloni e Fitto, due ottimi interpreti del gioco delle tre carte, pretendono di far credere che ciò che non sarà finanziato oggi, lo sarà in futuro con altri fondi europei che però non hanno come scadenza il 2026 con data di fine lavori. Per ora, l'unico progetto definanziato dal Pnrr e finanziato dal Governo con altri fondi è quello dello stadio di Venezia, dove è in carica un'amministrazione di destra. Per lo stadio di Firenze, altra città che aveva presentato un progetto simile a quello di Venezia ma dove è la sinistra ad amministrare, invece non è stato ancora definito alcunché. Curioso! Probabilmente, il governo Meloni attende il risultato delle elezioni comunali del prossime anno: fornire i finanziamenti adesso sarebbe un viatico per un candidato di sinistra.

Vediamo a chi, Fitto e Meloni, hanno tolto i finanziamenti.

6 miliardi sono stati tolti alla voce "efficienza energetica dei Comuni". Altri 3 miliardi e 300 milioni sono stati tolti alla voce "investimenti per la riduzione del degrado sociale". 2 miliardi e 493 milioni sottratti ai "piani urbani integrati" dove s’intende opere di riqualificazione urbana sempre nell’ottica della riduzione delle disuguaglianze. 1 miliardo e 287 milioni sono stati definanziati dal capitolo "misure per la riduzione del rischio idrogeologico".  1 miliardo e 200 milioni alla voce idrogeno, 725 milioni dal "potenziamento servizi e infrastrutture sociali", 675 dalla "promozione impianti innovativi", 300 milioni dalla "valorizzazione dei beni confiscati alle mafie", 110 milioni dalla "valorizzazione del verde urbano ed extraurbano".

Tra i più danneggiati i comuni, con i sindaci già sul piede di guerra. Così il dem Antonio De Caro: "A differenza dei ministeri, noi, i comuni, siamo stati più bravi e abbiamo utilizzato le risorse in modo rapido ed efficace. Perché quindi spostare i fondi dal Pnrr al Repower? Quali garanzie ci dà il governo che questi spostamenti andranno poi a buon fine? E quando?"

Le perplessità sono tante anche da parte di sindaci di destra. Mario Conte, sindaco leghista di Treviso: "È necessario che il governo chiarisca subito da che parte intende recuperare i 13 miliardi tagliati ai Comuni nella revisione del Pnrr. È fondamentale farlo perché i Comuni hanno dimostrato di saper recepire e investire rapidamente le risorse assegnate e molte opere sono già in corso. Comprendiamo la necessità di una revisione, ma decurtare i fondi a chi investe sul territorio e, al contempo, si trova ad affrontare emergenze meteorologiche come quelle in atto, appare controverso soprattutto in questo momento. È fondamentale capire subito e avere immediatamente garanzie sul fatto che quei 13 miliardi avranno una fonte di finanziamento certa. Le amministrazioni locali hanno dimostrato di essere virtuose e non possono essere sempre i Comuni a rimetterci". 

Come ampiamente dimostrato, il ministro Fitto è un ottimo propinatore di fuffa, abile nel parlare moltissimo senza dire praticamente nulla che possa avere una parvenza di sostanza. Martedì in Parlamento, quasi certamente, metterà nuovamente in atto tale capacità, ma le risposte che dovrà dare riguarderanno anche amministrazioni della sua parte politica, per cui la sua prestazione, stavolta, potrebbe non essere né gradita, né applaudita.

Autore Ugo Longhi
Categoria Politica
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