Il discorso di Conte è stato chiaro e per una volta condivisibile. Finalmente il primo ministro ha fatto valere la propria autorità e ha inchiodato il leader leghista alle proprie responsabilità, dandogli la colpa di un'irresponsabile crisi di Governo e rinfacciandogli gli errori di comunicazione fatti in occasione dei vertici europei.

Nonostante la chiarezza, e la decisione giusta di dare le dimissioni, per abbreviare l'iter della crisi e favorire gli scenari futuri, oltre forse per salvare un briciolo di dignità personale, Conte ha commesso un grave peccato. Ha gettato addosso a Salvini la colpa della crisi di Governo, cosa giusta perché ha fatto tutto il leader leghista, ma non ha riconosciuto l'esperienza fallimentare dell'intero esecutivo. Se in questo momento rischiamo l'aumento dell'IVA non è solo per colpa di Salvini, ma anche dei Cinque Stelle che hanno puntato su manovre populiste come il reddito di cittadinanza e non hanno obiettato contro quota 100, contribuendo così in maniera decisiva allo sfascio dei conti pubblici italiani.

Conte ha fatto un ottimo discorso e ha denunciato le colpe di Salvini, ma non si provi a nascondere quelle dei 5Stelle. Non dimentichiamo che i grillini, col bacino di voti che si ritrovavano, potevano mettere il leader leghista alle corde; se oggi la Lega è tanto potente è perché hanno venduto la propria dignità pur di tenere la poltrona. I 5Stelle sono perciò complici delle sciagurate politiche salviniane (e delle centinaia di morti in mare), nonché responsabili del disastro economico in cui attualmente versa il paese.

Conte, nel suo breve sussulto di dignità, seppur pronunciando parole ampiamente condivisibili, conferma di essere stato una pedina della Casaleggio Associati, quindi forse è a Casaleggio che vanno fatti i complimenti per il bel discorso.

Fatta questa valutazione, nasce una domanda. Cosa fare adesso?

Mi vengono i brividi a dirlo, ma al momento la soluzione migliore l'ha proposta Renzi: un accordo PD-M5S per costruire una manovra economica che scongiuri l'aumento dell'IVA; dopo si potrà andare alle urne. 

Fare come ha proposto Prodi, cioè un'alleanza PD-M5S che duri per tutta la legislatura, sarebbe una forzatura che produrrebbe solo divisioni e scontri come quest'ultimo esecutivo-farsa. Non sarebbe male invece, come detto da Zingaretti, pretendere che i 5Stelle ammettano che l'esperienza del Governo Conte è stata fallimentare; ma non lo faranno mai, si produrrebbe uno scontro sterile, inoltre alleandosi col PD lo ammetterebbero già, seppur implicitamente.

Andare alle urne prima, come proposto da Salvini nei suoi discorsi farneticanti, vorrebbe dire rischiare di arrivare senza un esecutivo al momento di presentare la manovra correttiva, oppure dare al nuovo Governo tempi brevissimi per lavorare. Si tratta perciò di un'ipotesi irresponsabile e irricevibile, anche se resterebbe l'unica possibilità nel caso in cui i 5Stelle non dovessero trovare alleati negli altri partiti.

La soluzione migliore sarebbe un governo istituzionale sostenuto da una fetta quanto più ampia possibile del Parlamento. Vedremo come andrà nei prossimi giorni.