In base a quanto anticipato da Il Mattino, la Procura di Nola avrebbe indagato Antonio Di Maio, padre del vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Luigi Di Maio, per "deposito incontrollato di rifiuti".

Il reato è stato ipotizzato in conseguenza del sopralluogo effettuato dalla polizia municipale di Mariglianella, disposto dallo stesso Comune lo scorso 30 novembre, in seguito al rinvenimento di materiali inerti abbandonati su un terreno di proprietà del padre di Di Maio, durante le verifiche relative ad alcuni edifici presenti in quel luogo.

La notizia è stata prontamente ripresa e commentata dal senatore PD Matteo Renzi, in questi termini:

«La polemica sull'avviso di garanzia al padre di Di Maio è ridicola. Solo delle menti contorte possono considerare l'avviso di garanzia una sentenza. E solo delle menti ancora più contorte possono utilizzare (presunti) reati dei padri come arma di battaglia contro i figli.

Noi non utilizziamo oggi l'avviso di garanzia al padre di Di Maio perché noi non siamo cinici giustizialisti come Di Maio o Di Battista. Non siamo come loro, noi.

A tempo debito il Ministro del Lavoro dovrà spiegare se lui, non il padre: lui, abbia qualche responsabilità penale, se ha fatto davvero il prestanome per eludere Equitalia.

Di suo padre invece a noi non interessa. Non siamo abituati a strumentalizzare, noi. Non siamo meschini, noi. Non siamo i Cinque Stelle, noi!»