In una dichiarazione rilasciata a Montecitorio, il capogruppo della Lega alla Camera dei deputati, Giancarlo Giorgetti, spiegando l'impossibilità di supportare un governo di tregua, neutrale o tecnico, poiché le decisioni legate ad una legge di bilancio finirebbero di fatto per essere comunque politiche, ha anche aggiunto se non fosse il caso che Forza Italia non rivedesse la sua posizione per trovare una forma di coinvolgimento che fosse compatibile con un governo tra Lega e Movimento Cinque Stelle.

In pratica, Giorgetti, il leghista con giacca e cravatta che può fare la sua ... figura anche nei salotti e non solo nelle piazze, ha chiesto a Berlusconi di farsi da parte pr consentire di far partire un governo politico.

Non solo. Nel caso Berlusconi pensasse di votare il governo neutrale di Mattarella, la Lega riterrebbe concluso il patto di coalizione, e sarebbe virtualmente libera di concordare un contratto di governo con i 5 Stelle.


Neanche il tempo di dare alle parole di Giorgetti a possibilità che venissero rese note su tutte le fonti stampa, ecco immediata la replica del capogruppo alla Camera di Forza Italia, Maria Stella Gelmini:

"Crediamo che non ci siano le condizioni per votare un governo neutrale. La posizione di Forza Italia è semplice. Noi abbiamo ascoltato con rispetto e grande attenzione le parole del Presidente della Repubblica che riteniamo piene di buon senso e che hanno a cuore l'interesse del Paese.

Detto questo abbiamo rispetto per il voto degli italiani e siamo coerenti con il centrodestra unito. Da quando è sceso in campo il presidente Berlusconi si è sempre battuto per l'unità del centrodestra, quindi per un principio di lealtà non saremo noi certamente a distinguerci rispetto al resto della coalizione, quindi crediamo che non ci siano le condizioni per votare un governo neutrale. Fi è pronta in ogni momento alle elezioni, ci limitiamo ad osservare che il voto a luglio non sarebbe adatto ma certamente la scelta della data compete a Mattarella e sarà lui a comunicarla alle forze politiche e agli italiani.

Purtroppo se l'Italia non ha un governo deve ringraziare il signor Di Maio che ha pensato di dividere gli elettori in serie A e serie B, che ha pensato di gestire superficialmente in maniera infantile una questione estremamente seria come la nascita di un governo partendo dai veti e dalle invettive.

In questo modo si assume la responsabilità di portare il Paese alle elezioni, perché se oggi non abbiamo un Governo non è certamente colpa di FI che non ha mai posto veti nei confronti di nessuno, ne' nei confronti del Pd e nemmeno del M5S, la responsabilità è tutta di chi in modo superficiale ha posto dei veti e non ha creato le condizioni per un governo politico."

E come la pensino i 5 Stelle è noto. A limite, per i più distratti, come promemoria, ecco l'ultima dichiarazione di Alessandro Di Battista, che ormai può esser considerato l'alter ego di Renzi nel movimento grillino, considerando che è dal 4 marzo che dice di toglier le tende mentre invece è ancora lì:

"Chi, dopo aver detto NO al Movimento 5 Stelle voterà la fiducia ad un governo tecnico è semplicemente un traditore della Patria. In un Paese che intende ancora mostrarsi minimamente democratico le opzioni sono due: o un governo portato avanti da chi ha vinto le elezioni o nuove votazioni il prima possibile. Bivaccare è ignobile!"