Riprendendo quanto detto dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Graziano Delrio a margine di un convegno a Roma, alcune agenzie riportano che il Governo a breve investirà circa 300 milioni di euro "per rinnovare, ampliare i bacini delle dighe, manutenerli, metterli in sicurezza.
Credo che questo piano - ha dichiarato Delrio - darà anche una risposta al grave problema del cambiamento climatico che stiamo affrontando". Il ministro ha poi aggiunto che "gli invasi italiani lavorano a un terzo della capacità e molto spesso per difetti di manutenzione".
Il Piano Dighe, a dire la verità, è stato varato a fine 2016 e dovrebbe riguardare circa 500 dighe che dipendono dal controllo del ministero. L'intervento annunciato oggi, precisamente per complessivi 294 milioni di euro, riguarderà solo le dighe ad uso irriguo soprattutto al sud.
Quale sia il numero di queste dighe non è dato sapere, ma che con appena 300 milioni si possano manutenere degli invasi, metterli in sicurezza e persino allargarli fa ritenere o che le dighe in questione si contino al massimo con appena dieci dita o che gli interventi elencati siano solo di facciata.
Senza dimenticare che gli invasi potranno pure essere allargati, ma se non c'è acqua che aumenti la portata dei fiumi che dovrebbe alimentarli, è ancor più evidente quanto le dichiarazioni del ministro siano solo di circostanza.
Se Delrio avesse voluto rilasciare delle parole minimamente logiche come reale contributo a risolvere, anche se per il futuro, l'emergenza siccità che sta devastando - a sentire le dichiarazioni di molti agricoltori - gran parte del paese, più che di dighe avrebbe dovuto parlare di tubature, visto che quelle che portano l'acqua fino alle case degli utenti hanno perdite medie del 40%, fino ad arrivare - in alcune province - anche al 50% ed oltre.
Sarebbe quindi sufficiente un piano del tubo, in senso reale... ma questo governo un piano del tubo non solo non è in grado di realizzarlo, perché troppo costoso, ma non è in grado neppure di pensarlo!