Da più di dieci anni, ormai, il 5x1000 è entrato a far parte del rito fiscale degli italiani come misura - nata in via sperimentale e progresivamente affermatasi con il passare degli anni - per sostenere le organizzazioni senza scopo di lucro, permettendo a milioni di cittadini di aderire e supportare progetti di sviluppo sociale.

Quanti sono i cittadini che utilizzano il 5x1000, a quanto ammonta la raccolta, a quali attività vengono destinati questi fondi ed in quali regioni tali attività risiedono... queste sono le principali domande a cui ha provveduto a rispondere la studio effettuato da Banca Etica tra gli anni dal 2005 al 2016.


LE CIFRE

Tra il 2008 ed il 2016 (anni fiscali 2006-2014), attraverso il meccanismo fiscale del 5x1000, sono stati erogati ad organizzazioni nonprofit circa 3,5 miliardi di euro, corrispondente ad una media annua di 386 milioni.
Gli enti beneficiari, complessivamente, sono stati 66.315 (una media annua di 37mila).
Le preferenze espresse nelle Dichiarazione dei redditi sono state in tutto pari a 109 milioni, con una media annua di 12 milioni di «donatori».

Suddivisa per regioni, la grande maggioranza delle erogazioni, oltre 2 miliardi di euro, è destinata a Lombardia (1,3 miliardi, il 38% del totale) il Lazio (circa 700 milioni, il 20%), che insieme raccolgono quasi il 60% dell’intero valore distribuito nei 9 anni. Seguono l’Emilia Romagna e il Piemonte col 6%, il Veneto col 5% e via via tutte le altre regioni.
Ovviamente, la collocazione territoriale è in funzione della sede legale dell’ente beneficiario.

Un altro dato di assoluto interesse riguarda i donatori, ossia il numero di contribuenti che per ogni anno ha deciso di versare il 5x1000 ad un ente tra quelli presenti nell’elenco predisposto dall’Agenzia delle entrate. Complessivamente si tratta nell’ultimo periodo di oltre 14 milioni di contribuenti, con una media annua nei 9 anni esaminati di 12 milioni, ed una crescita totale, tra 2006 e 2014, pari al 38%.

Ed anche per numero di donatori sono di nuovo Lombardia e Lazio a guidare la classifica, seguite dal terzetto Emilia Romagna, Piemonte, Veneto. Tra le regioni meridionali emergono Sicilia, Puglia, Campania.

Il valore medio della donazione veicolata attraverso il 5per1000 ammonta, nei nove anni, a 32 euro a livello nazionale, con una crescita tra 2006 e 2014 pari al 5%. La Lombardia è la regione con il più alto valore di importo medio erogato per donatore, pari a 39 euro, seppur con una tendenza in calo nel tempo (-1% nel periodo). Seguono Liguria (38 euro, -16%), Friuli Venezia Giulia (36 euro, -12%) e Piemonte (33, in crescita +27%). Tutte le altre regioni si collocano sotto la media nazionale, con Basilicata (23 euro, ma in crescita del 29%), Puglia e Sicilia (24, in crescita rispettivamente dell’1% e 4%), Calabria e Abruzzo (25, +9% e +15%) a chiudere la classifica.


I BENEFICIARI

Questa è stata la distribuzione del 5x1000 in base alle categorie di beneficiari:

1. volontariato e associazionismo sono il principale target del 5x1000, rappresentando il 56% degli enti e poco meno degli importi erogati nei nove anni (il 53% del totale, pari a circa 1,8 miliardi di euro);

2. le associazioni sportive dilettantistiche e le cooperative sociali rappresentano il 13% degli enti, per un totale del 26%, ma hano una minore efficacia nell’intercettare risorse, racogliendo rispettivamente l’1% e il 4% del totale;

3. completamente opposto il ruolo giocato dalle fondazioni, che rappresentando poco più del 4% degli enti, ma che raccolgono il 36% delle risorse (con il 26% destinato alla ricerca sanitaria);

4. abbastanza irrilevante la presenza di comuni e pro loco che, conteggiando il 13% degli enti, non superano il 3% delle risorse assegnate.

Il valore medio del contributo ricevuto annualmente è assai variabile da categoria a categoria e dimostra le profonde differenze strutturali dei soggetti economici nonprofit, passando dai 2mila euro annui delle associazioni sportive dilettantistiche ai 9.400 delle altre associazioni, fino ad arrivare agli importi milionari delle fondazioni per la ricerca sanitaria, con una media pro capite pari a 1,5 milioni di euro.