Chi si intende un pochino di politica ed ha buona memoria a volte ha occasione di farsi delle belle risate.
Chi ricorda il periodo successivo alle elezioni del febbraio 2013 sa perfettamente che la coalizione di Bersani, pur avendo vinto le elezioni, non aveva una maggioranza parlamentare sufficiente.
Bersani si presentò davanti ai rappresentanti del M5S, Lombardi e Crimi, sottoponendosi allo streaming internet (che lo stesso M5S poi abbandonò).
Diede atto al M5S del grande successo elettorale ottenuto e gli chiese di far partire la legislatura sulla base di un programma di pochi punti condivisi.
Come andò tutti se lo ricordano.
Bersani fu sbeffeggiato dal brillante duo di statisti e, successivamente, dall'intera comunità M5S in rete.
Fu defenestrato dal PD e gli "inciucisti PD/Forza Italia" vennero esaltati.
All'interno del partito iniziò la lenta e inesorabile diffusione del virus renziano.
Ecco.
Di Maio rappresenta la stessa parte politica che ha avuto la sua porzione di responsabilità per come sono andate le cose all'epoca.
E adesso cosa fa?
Annuncia che se il suo partito non raggiungerà il 40% dei voti e quindi la maggioranza, chiederà in Parlamento quello che ha negato all'epoca a Bersani.
Buffo, no?